Si stava meglio quando si stava peggio?
E due!
Come prevedibile, anche il secondo lotto delle riforme lottizzate (quello riservato agli orfani di Berlusconi) è andato in porto. È stato semplicemente abolito l’articolo 323 del vecchio codice Rocco, che prevedeva che anche un pubblico funzionario, un presidente di ASL, un conduttore di tram, un insegnante, un assessore, un giudice, un poliziotto eccetera eccetera fosse sottoposto – come voi e me e tutti gli altri cittadini – alla legge. Cosa che sembrerebbe ovvia, ma evidentemente non lo è. Infatti, non di soli sindaci si tratta, ma anche di quella burocrazia tanto vituperata dagli alfieri del nostro governo, perché ritenuta pletorica e forse inutile; di chiunque abbia un potere decisionale nel pubblico impiego, dalla sanità, alla scuola, alle forze dell’ordine, solo per citare alcuni dei settori più delicati dell’amplissimo meccanismo che fa funzionare (o non funzionare) la cosa pubblica in Italia. D’ora in avanti – dal ministro all’usciere – potranno fare tutti impunemente ciò che vogliono, favorire parenti ed eventuali consorti e amanti, gli interessi di partito o semplicemente quelli propri, o comunque prevaricare il cittadino, senza rischiare sanzione alcuna. Se già prima non tutti si comportavano con l’onore e la disciplina richiesti, figuriamoci cosa potrà accadere dopo questa legge.
Nella migliore delle ipotesi il trionfo dell’amichettismo, nella peggiore il trionfo della corruzione e del malaffare.
Poiché Nordio è un tecnico, ha oculatamente ottenuto di abrogare il vecchio articolo, anziché modificarlo, seppur radicalmente. In questo modo, tutti i condannati per abuso d’ufficio, sebbene non moltissimi, anche con sentenza passata in giudicato (cioè quei pubblici amministratori corrotti e infedeli di cui si è potuto dimostrare la colpevolezza) saranno di colpo riabilitati: se il reato non esiste più, tutte le condanne sono da considerare nulle.
Nelle case dei corrotti d’Italia si stappano bottiglie di champagne millesimato! Alla faccia di chi lavora onestamente e paga le tasse.
Ma non a caso ho citato il codice Rocco: è per dire che questi qua sono peggio dei fascisti, che almeno l’abuso d’ufficio volevano punirlo.
L’approvazione di questa legge, inoltre, ha fatto cadere la maschera ai due litigiosi partitelli di pseudo opposizione che portano i sarcastici nomi di Italia Viva e Azione, nati per far da ruota di scorta al carro di questa funesta maggioranza e per impedire qualunque coalizione di centro sinistra.
La legge sarebbe ridicola, se non fosse così piena di gravi assurdità.
Qualche esempio?
Il traffico di influenze è illecito solo se finalizzato a far compiere un reato al pubblico ufficiale. Quale reato? non credo che la legge si riferisca all’omicidio o all’abigeato, quanto, piuttosto, a una condotta contraria al dovere d’ufficio: cioè a un abuso d’ufficio, che reato non è più. In pratica, il traffico d’influenze è consentito salvo – forse – casi eccezionali, che su due piedi non riesco a immaginare.
Prima di arrestare un indagato, si dovrà procedere a un interrogatorio, avvertendolo di norma cinque giorni prima (sì, viene da ridere, pensando alla scena: “guarda che tra 5 giorni forse ti arrestiamo”! E l’indagato lì fermo con le mani in mano, ad aspettare diligentemente). Ma l’interrogatorio non è necessario nel caso vi sia rischio di fuga o inquinamento delle prove, o reiterazione di reati gravi. Verrebbe da chiedersi: ma se non c’è questo rischio, allora perché arrestare qualcuno? Questa ingenua domanda trova una risposta nell’elenco dei reati gravi: sono esclusi i reati come concussione, corruzione e simili. A quanto pare, questi possono essere reiterati. D’altronde si sa, non sono reati gravi, in un Paese in cui i loro effetti pesano sul bilancio dello Stato per decine di miliardi l’anno.
A decidere la carcerazione preventiva non basterà più un solo giudice. Beh, anche ora esiste il Tribunale del Riesame, ma la differenza è che finora la carcerazione poteva essere immediata: d’altronde il carcere preventivo è previsto solo nei casi in cui qualunque ritardo può vanificare l’azione giudiziaria (pericolo di fuga, reiterazione del reato, inquinamento delle prove). Adesso la carcerazione dovrà essere decisa da tre giudici: peccato che l’organico dei giudici non sia sufficiente. Tanto è vero che la norma entrerà in vigore tra due anni, per aver tempo di rimpolpare le file dei magistrati.
Ma voi ci credete che tra due anni i giudici ci saranno? Nei due anni di governo passati avrebbero potuto già assumerne il numero necessario, ma oggi è di moda fare le leggi prima di avere gli strumenti per applicarle. Come per l’autonomia differenziata e i LEP.
A parte i particolari, comunque, l’abolizione dell’articolo 323 è di per sé stessa assurda: ma come può uno Stato non sanzionare gli abusi o le inadempienze dei suoi funzionari, sia che abbiano una carica di tipo burocratica, sia che abbiano una carica politica?
Potrei andare avanti con l’esame di questa legge invereconda, ma confesso che ho già la nausea al solo parlarne. Anche questa, come l’autonomia differenziata, è una nauseante porcata politica.
Ma tanto questi qua non hanno vergogna e continueranno con lo smantellamento della società civile. Lo ripeto: sono peggio dei fascisti. Almeno quelli si dichiaravano tali.
Cesare Pirozzi