Salomè rischia ogni giorno la vita per difendere l’Amazzonia

Saloméè una leader nativa del popolo Kichwa nell’Amazzonia ecuadoriana.

È una delle tante donne coraggiose dell’Amazzoniache sono state prese di mira e attaccateper il proprio lavoro in difesa della più grande foresta pluviale del mondoe per la sua lotta in difesa dei diritti umani.

Si è spinta ad avvertire il presidente Moreno dei rischi ambientali collegati alle attività petrolifere e dopo aver denunciato i casi di abusi sessuali contro le donne indigene, Salomé e la sua famiglia sono stati attaccati e pesantemente minacciati con pietre scagliate contro la loro casa.

Nonostante le denuncie formali, le autorità non hanno compiuto alcun progresso nelle indagini e non hanno offerto nessuna protezione alla donna e alla sua famiglia.

In fondo cosa fa questa donna coraggiosa? E’ una donna che lotta per difendere la foresta amazzonica e il diritto delle donne della sua comunità a vivere in un ambiente sano e libero dal pericolo della violenza. E’ la leader delle donne e delle famiglie nel comune di Moretecocha, nella provincia di Pastaza.

Una donna, una combattente, che non teme nessuno e che per questo fa paura.

Ma le minacce a Salomé non sono un caso isolato. In questi mesi sono state raccolte altre storie di difensori dei diritti umani sotto attacco in Amazzonia.

Occorrerebbe difenderla ovunque siamo nel mondo perché questi attacchi sono un problema per tutti noi. Il contributo che apportiamo alla natura è la cosa più preziosa che si possa fare per le generazioni future, per il loro avvenire, per la loro speranza di vivere in un mondo degno di questo nome. Dobbiamo cercare il bene comune per tutti, perché questa è la migliore eredità che possiamo lasciare all’umanità.

Sono in molti ad aver scelto di dedicare la propria vita a difendere l’ambiente e i diritti dei popoli nativi. E i difensori dell’Amazzonia, dell’ambiente e dei diritti umani sono tanti.

Margoth Escobar, nell’agosto 2015, con il presidente Rafael Correa ancora in carica, è stata attaccata dagli agenti di polizia mentre partecipava ad uno sciopero nazionale indetto dai movimenti sociali a Puyo, nella provincia di Pastaza. La donna é stata trattenuta in detenzione preventiva per più di una settimana nonostante le ferite riportate negli scontri con gli agenti. Rilasciata su cauzione, è stata accusata di “attacco e resistenza”.

L’assoluzione è arrivata dalla Cameramulti-giurisdizionaledellaCorte provinciale di Pastazacon una risoluzione del 24 dicembre 2015.

Il 29 settembre 2018, dopo l’entrata in carica del presidente Lenín Moreno, la casa di Margoth è stata incendiata intenzionalmente. L’incendio distrusse tutto, compresi i prodotti che aveva accumulato con altri commercianti per venderli durante il periodo natalizio.

Il 1° ottobre 2018, il comandante dei vigili del fuoco di Puyo ha dichiarato che l’incendio della casa di Margoth era stato intenzionale. Il 2 ottobre, Margoth ha presentato una denuncia penale all’ufficio del procuratore provinciale di Pastaza, che è stato inizialmente respinto. Nonostante l’inizio di un’indagine, tuttavia, gli autori materiali e intellettuali non sono stati ancora identificati.

Dichiarerà poi la donna: “Non ho voluto aderire al sistema di protezione delle vittime e dei testimoni come mi era stato proposto perché non ho fiducia nell’attuale governo, non ho fiducia nell’indipendenza del sistema legale in Ecuador, né nelle forze militari o di polizia“.

E di nomi di attivisti, se ne possono fare a centinaia. Donne, donne che mettono a rischio la loro vita e quella delle loro famiglie per difendere diritti, che combattono fiere e scaltre a testa alta per garantire a tutti, anche a noi, un futuro migliore e che per questo vengono vessate, ingiuriate, minacciate, oltraggiate ma continuano unite la loro lotta per difendere la Madre Terra.
L’Amazzonia è il cuore della vita stessa, è l’organo vitale del mondo, è il luogo in cui una forza del cosmo, la luce del sole, si trasforma nell’aria che respiriamo come quasi tutte le forme di vita sul pianeta. L’Amazzonia è il luogo in cui i minerali diventano terra e la terra si sostiene grazie alle reti che intrecciano i suoi alberi centenari, nel suo stesso seno dal quale sgorgano esseri grandi e piccoli lungo i fiumi. L’Amazzonia è il luogo in cui i fiumi sgorgano da fonti che da milioni di anni giacciono sotto chilometri di rocce e danno l’umidità di cui ha bisogno per vivere alla terra, agli alberi e alle sue migliaia, milioni di animali e piante. L’Amazzonia è il luogo dove la vita si fa sé stessa e che si cerca di sterminare grazie all’azione diretta del capitalismo estrattivo.

Non accettiamo la violenza né le morti alle quali sono sottoposte ora le compagne indigene e le comunità che per secoli hanno vissuto in una relazione di cura reciproca con la foresta e con tutti gli esseri non umani che la abitano. Cerchiamo anche noi, nel nostro piccolo, di fare sentire il nostro grido di dolore, la nostra rabbia. Cerchiamo di essere anche noi dei combattenti per questo mondo che è la nostra casa.

di Stefania Lastoria