Salina Doc Fest, il bel fiore settembrino di cinema nelle Eolie

Compie quest’anno 18 anni il Salina Doc Fest. Dall’11 al 15 settembre 2024, il consueto appuntamento settembrino con il cinema del reale, ossia del documentario narrativo, si presenta in una veste particolarmente rigogliosa e sinuosa. Il titolo è: Libertà, come essere liberi. Libertà per ogni età, ma soprattutto per quella giovanile. Il festival dedica a questa un’intera sezione: Giovani e Libertà. Scuola libera – Libertà della Scuola. Film e documentari su questo tema saranno proiettati tutti i pomeriggi a partire dalle 15.30.

E ad aprire a Rinella, la sera dell’11 settembre, tutte le successive intense giornate di  cinema è Kripton, il documentario di Francesco Munzi, dedicato disagio mentale giovanile, aumentato del 30% a seguito della pandemia da Covid. Una potente proprietà e poeticità di linguaggio nei casi giovanili seguiti, deviata verso quella che il filosofo francese Michel Foucault definisce non follia, ma deraison, s-ragione, fuga dalla normale razionalità che sta distruggendo la civiltà e la Terra. Sophie Chiarello, con il suo Il cerchio, Leonardo Di Costanzo, con A scuola, partecipano ai dialoghi con pubblico e giovani su questi loro lavori. Il film di Munzi, però, è anticipato da un grande pezzo di teatro nello scenario naturale di Punta Megna nel Comune di Leni. Giovanni Calcagno, uno dei protagonisti di Cùntami, il capolavoro cinematografico di Giovanna Taviani, mette in scena il suo strabiliante, strabordante, travolgente Polifemo Innamorato. Un pezzo davvero imperdibile, perché Giovanni Calcagno vi ha dedicato anni ricerche poetico-siculo-linguistiche e mitologiche.

La Capitana del Festival Giovanna Taviani continua a guidare questo suo vascello ormai adulto e venusto di prestigio e riconoscimenti nazionali e internazionali. Una sua anteprima, infatti, è stata ospitata a Parigi dall’11 al 13 luglio, in partnership con La Maison de l’Italie, e il Festival Dolce Vita sur Seine. Al compimento della maggiore età dalle sua creatura, Giovanna Taviani non poteva non rivolgere un omaggio a suo padre Vittorio e a suo zio Paolo che hanno sempre vegliato sulla linea di rigorosa qualità dei film documentari selezionati per il concorso. Cinque i loro capolavori riproposti: San Michele aveva un gallo, del 1972; Padre Padrone, Palma D’Oro a Cannes 1978; La notte di San Lorenzo, del 1982; Kaos, del 1984, tratto da Pirandello e ambientato proprio in Sicilia; Cesare deve morire, girato dentro il carcere romano di Rebibbia, Orso D’Oro a Berlino 2012. Ad accompagnare Giovanna Taviani in questa preziosa testimonianza di storia del nostro grande cinema c’è Claudio Bigagli, attore protagonista di diversi film tavianei, nonché sceneggiatore e regista.

Sei sono i titoli selezionati per il miglior documentario sul tema della libertà. Sei film che hanno comportato la visione di molti altri, discussioni, divergenze, convergenze, fino alla necessaria sintesi per quanto ardua sul tema prescelto. Soprattutto per garantire al pubblico che qualità d’immagine e contenuti di verità si esprimessero, si stratificassero, compenetrassero tra loro. Questi alla fine i sei titoli scelti da Giovanna Taviani, Paola Cassano, Ivelise Perniola e Antonio Pezzuto, condirettore artistico e anche lui anima, volto e voce storica del Salina Doc Fest. La Canzone di Aida, di Luigi Princigalli; Lettre à ma fille depuis le pays des femmes, di Silvia Staderoli; Vakhim, di Francesca Pirani; Un paese di resistenza, di Shu Aiello e Catherine Catella; Il sale nell’anima, di Luca Noris; Bosco Grande, di Giuseppe Schillaci. Dice Antonio Pezzuto: “La ricerca della libertà e dei modi in cui poterla vivere, è una scelta coraggiosa, che può anche portare conseguenze tragiche, ma cercarla, con le proprie forme, le proprie incoerenze e le proprie modalità, è l’unica possibilità che ci è data per poter dire di aver vissuto una vita piena e che valeva la pena aver vissuto”.

Molte altre, però, sono le occasioni di incontro, di dialogo, di reciproca conoscenza ravvicinata tra pubblico e ospiti, protagonisti, anche grazie a momenti conviviali con raffinate degustazioni eno-gastronomiche, offerte da ristoratori e aziende agricole isolane. Capitana Taviani, nella serata finale, il 15 settembre, insieme alla presidente Giulia Giuffrè, annuncia i premi assegnati ai concorrenti e a diversi ospiti. Le tocca poi l’onere e l’onore di tirare le somme di questa grande festa ed esame di maturità del suo Salina Doc Fest. Non tutte le luci, però, si spengono ancora. Quelle del grande schermo sulla Piazza di Santa Marina si animano della proiezione di Mur, di Kasia Smutniak, alla presenza di Domenico Procacci, regista e noto protagonista della produzione di qualità del cinema italiano.

Kasia Smutniak è anche nella Giuria del Festival, insieme alla regista iraniana Firouzeh Khosrovani e ad Andrea Occhipinti, da anni inventore e titolare della preziosa Distribuzione Lucky Red.

Riccardo Tavani