SalinaDocFest: parole che si vedono, immagini che parlano, sentimenti che suonano
Nuove Parole/Nuove Immagini: questo il titolo che Giovanna Taviani e tutto lo staff del Fest hanno dato alla diciannovesima edizione di uno degli incontri internazionali del documentario narrativo più belli e più importanti non solo del Mediterraneo. Un titolo-programma che è in sé una notevole responsabilità artistica di fronte a quella polis, città-stato del pensiero cinematografico originario, che diventa dal 15 al 20 luglio 2025 Salina, la più grande e varia delle isole eolie. Pensiero originario, perché il cinema nasce come documentario, ossia brani, spezzoni di documenti vivi della realtà.
Nient’altro è la celebre testimonianza di tale origine: il paio di minuti scarsi dell’uscita di lavoratrici e lavoratori, a piedi e in bicicletta, dallo stabilimento cinematografico dei Fratelli Lumiere a Lione. Documento che è insieme di cinema, e sul cinema. Tanto a proclamare immediatamente, fin da subito che il cinema – soprattutto quello documentario – non è mera riproduzione esteriore della realtà, ma produzione diretta di realtà. E lo è tramite la sintassi dei suoi specifici mezzi tecnici, sempre in evoluzione, e di quelli interiori del suo linguaggio espressivo. In questo peculiare rapporto con la produzione ed espressione pubblica della realtà, il cinema è la più politica, proprio nel senso di polis, delle arti. Anche perché non si chiama soltanto settima arte, ma contiene in sé tutte le altre, avvalendosi di esse non come mere ancelle.
Di questa originaria pelle artistica e politica il cinema, tutto il cinema, non può fare e non potrà mai in nessun modo fare a meno. E il SalinaDocFest ogni anno si assume e rinnova l’altezza di tale responsabilità. A partire dalla selezione dei sei documentari in concorso. Concorso che è a sua volta il cuore originario dell’annuale incontro eoliano. Il Comitato di Selezione è composto da Paola Cassano, Ivelise Perniola, Renato Scatà, Giovanna Taviani. A loro onori e oneri del primo, decisivo grado di responsabilità. Il quale, però, non è separato da tutti gli altri gradi, livelli, eco e riverberi. La tessitura più intimamente artistico-politica del cinema, infatti, è far vedere le parole, parlare le immagini, suonare i sentimenti. Tanto più nello scosceso frangente del presente che viviamo. Connotato da declino mondiale della politica, turbo ascesa della tecno-scienza nella produzione tanto materiale, quanto virtuale, di comunicazione digitale, immateriale. Di qui l’importanza cruciale della Lettera Aperta-Manifesto alle Istituzioni Culturali, che il Fest ha reso aspetto strutturale interiore di questa sua diciannovesima edizione. Sabato 19 luglio, alle ore 12, a Santa Marina, presso il Rapa Nui Resort, Ivelise Perniola e Giovanna Taviani presentano questo Manifesto, lanciando al contempo la campagna di raccolta firme.
L’intreccio multi tecnico e artistico del cinema è proposto dal Fest attraverso una ricchezza di incontri con diversi importanti protagonistə, proiezioni, rappresentazioni. Maricetta Lombardo, architetta del suono, e Clarissa Cappellani, direttrice della fotografia, sono a Santa Marina, giovedì 17 luglio, alle 12, al Rapa Nui Resort. Nello stesso luogo e alla stessa ora, ma venerdì 18 luglio, si dialoga con Daniele Ciprì, regista e direttore della fotografia, e Nicolò Massazza, regista e sceneggiatore. Quest’ultimo, insieme a Jacopo Bedogni, forma il duo registico Masbedo. Il loro ultimo film è Arsa, del 2025, è proiettato alle ore 16 al Centro Congressi di Malfa. Sempre qui, alle 19 e alle 20.30, è proiettato il documentario francese C’era una volta una Città Aperta, di Marie Genin e Serge July (2006, 53 min). Poi il film italiano alla sua base Roma Città Aperta, di Roberto Rossellini (1945, 105 min).
Attiguo a questo Centro Congressi c’è lo storico Hotel Ravesi. Alle 18, durante una degustazione nel suo Wine Bar, c’è l’incontro con Ascanio Celestini e il suo libro Poveri Cristi, e Agostino Ferrente, regista, il quale ci spiega perché lui è Un documentarista per caso. A entrambi sono poi conferiti dei premi, e di Agostino Ferrente, a fine serata, alle 22.30, all’aperto sulla Piazza di Malfa, vediamo lo stracult del 2006, ma sempre godibilissimo e cinematograficamente determinante L’Orchestra di Piazza Vittorio.
Sempre per la musica, oltre alla proiezione già segnalata del film Pino, di Francesco Lettieri, a dieci anni dalla scomparsa di Pino Daniele, c’è anche quella del film documentario di Wim Wenders Buena Vista Social Club, 1998, 101 min. Ma anche il dialogo con il pubblico dell’attrice Lunetta Savino, e i musicisti Carmelo Travia e Giuliano Taviani, compositori di colonne sonore, ultima delle quali Diamanti, di Ferzan Ozpetek.
Ma l’intreccio tra cinema, letteratura, teatro, musica prevede diversi altri incontri preziosi. Con silvia Bizio e il suo libro Kevin Costner-Un’icona del cinema si racconta, Gremese 2024; Luciana Capretti Tredicesima strada New York, gli anni ’80, la coppia, Galaad 2024; Lidia Ravera, con la sua ultima opera Volevo essere un uomo, Einaudi 2025.
Per ogni ulteriore dettaglio del programma, dei suoi molteplici aspetti e significati, nonché i contatti e i responsabili dei diversi settori vedi il sito del SalinaDocFest.
Ufficio Stampa: Raffaella Spizzichino e Carlo Dutto.
Riccardo Tavani