L’acqua fresca

Se proprio ti devi perdere, fallo completamente. A cominciare dai bagagli al seguito: quelli che ti trascini dietro e quelli stipati dentro. George, un ricco e ipocondriaco discografico inglese, si perde e si fa rubare quasi tutto a Catania, compreso lo zaino con documenti e medicine. Finisce in casa e tra parenti e conoscenti di Lucia, una fruttivendola che lui accusa di essere la ladra dei suoi bagagli. Né lui, né loro fanno alcuno sforzo per farsi capire: ognuno continua a parlare e a rispondere, ad minchiam, solo e soltanto nella propria lingua, incomprensibile all’altra/o. Commedia fondata sul classico meccanismo della coppia a contrasto caratteriale, qui incarnata dalla brava Lucia Sardo e Jonathan Cake. Tra loro due, Antonella Ponziani anima blandula, intarsiata di passate ombre di sofferenza silenziosa e sprazzi volteggianti, svagati di gioia e verità esistenziali luminescenti.

Quello che di molto serio, però, è qui in gioco è l’autenticità della sfera personale più interiore. Una commedia è veramente tale quando sferza, mette alla berlina un male sociale diffuso. E l’inautenticità, i dissimularsi, il farsi crescere una maschera sulla faccia, il nascondere la pelle spirituale dietro un groviglio di tatuaggi di falsità e miseria umana è oggi un male e una fonte di malessere molto ramificato nella realtà e nella rete. E gli stessi farmaci perduti – sì, meglio averli, per carità – ma non possiamo certo nasconderci che sono completamente inefficaci, inutili a curare questa patologia esistenziale.

C’è una canzone nel film che sembra salire su dal passato come un’eco remota che vuole destarci da questa malìa del presente. È la versione suggestiva della tradizionale E vui durmiti ancora, 1927, cantata in una scena notturna nello sfondo della marina di Aci Trezza, dove Luchino Visconti ambientò La terra Trema (1948). È a quel canto che dovremmo tornare, seguirlo fino all’origine pura del sentimento che ha intessuto la voce e la melodia struggente. Regia: Marianna Sciveres. Distribuito da Adler Entertainment. Durata: 95 minuti.

di Riccardo Tavani

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