Bombolo – Core de Roma
Core di padella acciaccata, se è vero che il 21 agosto 1987 gli si ferma quando aveva solo 56 anni e il cinema da commediaccia, di genere popolare chiedeva ancora molto da lui. Bombolo si chiamava in realtà Franco Lechner. Aveva questo strano cognome che dall’Austria era ruzzolato giù fino a Livorno e poi carambolato a Roma. Ma perché da padella ammaccata? Ma perché quelli di una certa età ancora se li ricordano lui e il fratello quasi gemello Renato che giravano con un carretto a mano pieno di piatti e di padelle che gridavano: “Ahó, o ve le venite a pija’ voi ste padelle e ve pijamo noi a padellate in faccia, a costo d’ammaccalle tutte!”. E la gente s’avvicinava, per sentirli sfrigolare una battuta romanesca dietro l’altra e alla fine il carretto si svuotava. Poi andavano a mangiare in qualche osteria trattoria che li conosceva e li trattava bene. In una di queste capita una volta Pier Francesco Pingitore, il mitico regista di teatro cabaret e fondatore della compagnia Il Bagaglino. L’osteria si chiamava Il Picchiottino, in Via Monte Giordano, dietro Piazza Navona, dove abitava la famiglia Lechner. Adesso non c’è più. Ce n’è un’altra attigua che si chiama Antica Taverna. Bombolo e Pingitore si conoscono lì, anzi si riconoscono, come non aspettassero altro che rincontrarsi, perché il loro sodalizio è immediato. È l’estate del 1957. Da quel giorno Renato si ritrova da solo a minacciare di ammaccare a padellate le facce dei passanti.
Passeggiando per quelle strade con Stefania e Alessandro Lechner, figlia e figlio di Bombolo, il regista Stefano Calvagna va alla ricerca di luoghi, aneddoti, abitudini che ricostruiscano la personalità dell’attore romano. Non perché Bombolo sia dimenticato, dato che spesso appare ancora su diversi canali televisivi, o in video e reel nella rete e sui social. No, ma proprio perché il grande pubblico ha conosciuto solo il comico, la sua faccia sullo schermo, non da padellate ma da celebri sberle del Commissario Nico Giraldi, interpretato da Tomas Milian. Così il film di Calvagna intreccia agli spezzoni dei suoi film e altri materiali d’archivio le testimonianze di chi l’ha conosciuto, frequentato e intessuto con lui un’amicizia di quartiere, di strada, d’osteria, fatta di episodi, macchiette e imitazioni di personaggi famosi messi in commedia. Produzione: Stefano Calvagna per Poker Film. Durata: 78 minuti.
di Riccardo Tavani

