All’ombra di Pino

Patrizia Vindigni Vice Direttore

Negli ultimi giorni tanto si è letto, detto, scritto su Pino Maniaci. Tanto, forse troppo. Siamo diventati tutti investigatori, giudici, avvocati, detrattori o estimatori. In numero maggiore i detrattori, per non parlare di chi, non sapendo nulla del lavoro svolto da Maniaci, ha visto probabilmente in lui il solito furbo di turno.

Abbiamo accompagnato Pino in tante sue lotte, condotte per la difesa della sua emittente, Telejato. Lotte condotte per consentire ad una piccola agguerrita redazione di continuare a parlare, a trasmettere, ad urlare nello stile unico di Pino Maniaci, nomi di famiglie mafiose, storie di malaffare, racconti che scavavano in terreni poco frequentati, da chiunque. Uno stile, quello di Pino, che può piacere, oppure no, ma che ha anche prodotto dei risultati.

All’ombra di Pino sono cresciuti dei giovani, che si sono innamorati del giornalismo, delle investigazioni, della lotta contro quello spirito corrotto che pervade il nostro paese, in Sicilia come nel resto d’Italia.

Giovani che ora si mostrano feriti, rammaricati, che, però, stanno ritrovando il coraggio e la forza per emergere, accompagnando la figlia di Pino, Letizia, con tutta la famiglia, nel suo percorso in difesa, ancora una volta, di Telejato.

Arrendersi in questo momento, lasciare spazio all’offesa e all’amaro, significherebbe perdere tanta bellezza di intenti e di intelligenze.

I ragazzi di Telejato e tutti quelli che hanno saputo trarre ispirazione dalla forza travolgente di Pino Maniaci devono crescere, devono proseguire, devono diventare voce che urla, sussurra, parla a tutti noi e soprattutto alle tante migliaia di altri giovani che possono, devono crescere senza ispirarsi ai modelli facili di forza e oppressione della mafia. Il contrasto alla mentalità e al sistema mafioso può passare attraverso loro.

Nel frattempo dobbiamo attendere che la vicenda giudiziaria di Pino Maniaci si chiarisca e che quanto sentito in quel filmato, che ha condensato tutto quanto  poteva far crescere un sentimento di rabbia e delusione nei suoi confronti, riacquisti i contorni dati dall’ascolto ragionato e sereno delle parole. L’onda emotiva non ha mai aiutato nessuno e chi ha scelto di diffondere quel filmato, si potrebbe anche ipotizzare, ha anche contato sull’impatto emozionale piuttosto che sull’analisi fredda delle parole e dei fatti.

Non soffermandoci su fatti ormai stranoti anche a chi non ha posto nessuna attenzione alla vicenda, poniamo, così, quasi per solo esercizio mentale, la nostra attenzione su un punto: cui prodest? A chi giova fermare Pino Maniaci e la sua emittente? Chi è che in questo momento sta sbellicandosi dalle risate di fronte alla caduta di quest’uomo?

Ognuno tragga le conclusioni che vuole ma sarebbe interessante veder ridere, quanto prima, chi si pone contro la mafia. Non chi vi appartiene o se ne serve.

di Patrizia Vindigni

 

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