Attendere il futuro

Maria

È la sfida per i giovani, nell’incertezza politica del nostro Paese

In Italia non arretra l’alto tasso di disoccupazione giovanile e non.

Continuiamo a misurarci con normative che non facilitano né la crescita di un’occupazione stabile, né sufficienti ammortizzatori sociali che garantiscano tutti.

La difficoltà di trovare un posto di lavoro ed avere un reddito che li renda autosufficienti spesso porta i giovani a sentirsi delusi ed in difficoltà nel programmare il loro futuro.

La mancanza di lavoro finisce per danneggiare la vita delle persone, perché se non si ha un lavoro, non si ha reddito, come si può sopravvivere? Come si può avere una vita sociale?

La mancanza di opportunità genera una perdita di autostima, depressione, ancor peggio, in alcune situazioni, porta alla criminalità, perché una persona senza lavoro, che vive una condizione economica di forte disagio, può essere tentata di commettere un reato molto più facilmente di una persona che possiede un’occupazione.

Spesso si è parlato e ancora si sente parlare di crisi economica. Ma come è vissuta dai giovani?

Studiare sì, ma per cosa?

A cosa serve impegnarsi e spendere tanti anni sui libri, se poi tutto il lavoro, il sacrificio un domani sarà inutile?

Sono molti i giovani che si scoraggiano e invece di lottare si arrendono.

Chi decide di andare all’estero, chi è costretto a rimanere con i propri genitori.

Giovani con contratti in scadenza che si domandano poi cosa succederà e hanno paura che non gli vengano rinnovati.

Si chiedono cosa faranno, magari tornare dai familiari, anche se non ne hanno, nella maggior parte dei casi, nessuna voglia, perché la vivono come una sconfitta. Ma di certo non possono stare in mezzo alla strada. E poi?

In questo clima è lo sconforto che prende il sopravvento sulla speranza.

Molta l’insicurezza, poca la gratificazione professionale e l’aspettativa di mettere in piedi una propria famiglia.

La soluzione non è facile, il presente offre molto poco, ma per i giovani lavoratori il futuro è del tutto oscuro.

Le attese per il futuro non sono tra le migliori.

Il lavoro finisce per diventare in tal modo, anziché un aspetto importante di autorealizzazione, soltanto un miraggio al quale sacrificare anche le proprie ambizioni e passioni.

La crisi porta alla crisi d’identità, porta alla crisi di valori, ideali, al crollo di tante certezze.

La disoccupazione giovanile al 38,7 per cento rende ancora più difficile scegliere un percorso formativo che apra nuove prospettive e dia possibilità di lavoro.

Tanti gli interrogativi sul mondo della scuola e quello del lavoro, alla ricerca di quelle competenze che saranno vincenti per il futuro.

Ad  esempio: Meglio la laurea o il diploma? Meglio scegliere con il cuore o con la testa? Meglio una cultura più generale o una più specialistica? Meglio cercare di entrare subito nel mondo del lavoro o costruirsi pian piano un percorso tagliato su misura?

I giovani sono il presente, ma sono anche il futuro.

Se tolgono la speranza ai giovani, cosa rimane?

di Maria De Laurentiis

 

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