La madre di tutti i Di Maio

Inutile negare l’angoscia che le notizie dell’ultim’ora stanno innescando negli animi di tutti, il rapporto sempre più teso tra Stati Uniti e Russia, con l’aggiunta adesso della Corea del Nord, rende davvero difficile sdrammatizzare la situazione, se non fosse che noi abbiamo i nostri politici che aiutano a prenderla a ridere.
Oramai, in politica estera, la strategia dell’Italia appare abbastanza chiara e, tutto sommato, condivisibile. In mancanza di un adeguato arsenale bellico la prima direttiva è una sola: mantenere il profilo più basso possibile. In tal senso la scelta di Alfano, agli Esteri, è chiaramente la più felice che potessimo fare. Passare inosservati con lui, è una passeggiata; non ha alcuna attitudine per la strategia bellica, pensate che quando giocava a Risiko aveva la Carta Obiettivo dedicata: “Far vincere Alfano”.
Insomma, dovesse scoppiare un conflitto nucleare, possiamo giocarci la difesa dell’infermità mentale per averlo messo lì e sperare che non ci bombardi nessuno.
Inevitabilmente, però, la tensione è tanta e servono dei diversivi. Di solito ci hanno pensato i vari Salvini, Gasparri, Formigoni, a offrire le sparate più cretine ma dacché il M5S ha raggiunto i vertici della politica, pare giusto che si faccia un po’ di turnazione anche con loro. Fin quando Di Maio stava zitto e faceva solo da bracciolo a Grillo, offrendo riposo al suo braccio provato dal continuo dimenarsi a sollevare il dito medio, dava l’impressione di essere un politico competente, preparato, discreto: parlava poco, lo faceva con cautela. Poi qualcosa gli ha dato alla testa e si è scoperto che più apre bocca, più partono cazzate dirette alla cieca.
L’ultima riguarda i rumeni: secondo lo statista pentastellato l’Italia importerebbe il 40% dei criminali di quella Nazione, che voci malevole affermano abbia cercato per tre giorni su Google Earth alla voce Rumanìa.
Dopo aver pestato la prima, non contento, il buon Gigino ha tirato il carico, sentendosi in dovere di giustificare le sue affermazioni dal vago gusto razzista e finendo per peggiorare le cose. Ha affermato, infatti: «C’è un fatto, che è inopinabile: “il 40% dei ricercati con mandato internazionale emesso da Bucarest si trova in Italia”».
Il giorno che si insegnava italiano all’Università della vita, la nonna aveva fatto il casatiello e Gigino dovette probabilmente saltare la lezione. In caso contrario saprebbe che il termine “inopinabile” significa “imprevedibile” ma, cosa ancora più importante, saprebbe fare l’analisi logica del testo e distinguerebbe la frase sopraccitata da quella xenofoba, e di valore totalmente diverso, proferita da lui. L’anima nera del M5S, quella fascista che tanti avevano temuto, emerge pian piano da queste sparate, che passano lisce al vaglio di Grillo.
Questi erano, e sono ancora per molti, coloro che avrebbero rivoluzionato la politica della nostra amata terra. In buona sostanza, dentro o fuori dall’Italia, noi stiamo comunque inguaiati.

di Marco Camillieri

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