Segnali neri all’orizzonte
Nel nulla di questa campagna elettorale
Da cittadino, da persona che non si è mai sottratta al confronto politico, onestamente mi trovo in imbarazzo a parlare di politica, perché in questa campagna elettorale manca proprio la politica, nel senso più proprio del termine, ovvero “la scienza e l’arte di governare”. Grazie alle nuove tecnologie che ci consentono di trovare quasi la totalità delle informazioni pubbliche, praticamente possiamo sapere tutto di tutti; l’unico problema è saper distinguere il vero dalle falsità che vengono messe in circolazione, per screditare ad arte, o per guadagnare sui “facili click” che consentono di vendere pubblicità. Ma per quello, ad oggi non ci sono ancora programmi per pc, o applicazioni per smartphone e si può solo ricorrere ad un paziente confronto delle informazioni, supportato da un sano buon senso, che sappia far scartare quelle più improbabili.
Ad ogni modo, l’imbarazzo di confrontarsi politicamente con qualcuno, nasce proprio dalla mancanza di argomenti seri, ovvero come rimettere pienamente in carreggiata il treno del paese-Italia, creando solide basi economiche e recuperando la funzionalità dei servizi che lo Stato eroga ai cittadini, quali sanità, istruzione, sicurezza, pensioni… Praticamente tutti i dibattiti vertono sulle accuse poste alle forze politiche avverse, per sottolinearne le mancanze e le inefficienze. Il problema principale, poi, sembra essere la presunta invasione degli immigrati e non il brusco ridimensionamento che ha avuto il potere d’acquisto degli stipendi; la soluzione alla stagnazione del consumo interno, basilare risorsa per un paese come il nostro, pare sia l’abolizione di tutto ciò che è stato fatto prima, nella drastica semplificazione di regole e tariffe (che poi erano un tentativo di salvaguardia dell’equità sociale), non in nuova ripartizione degli oneri sociali, affinché il sistema resista anche nel lungo periodo ed assicuri all’individuo un’esistenza dignitosa. E poi…il balletto di cifre sparate dalle parti, per enfatizzare l’errore altrui o la propria presunta capacità, che mostrano differenze di decine di miliardi di euro, tra il dichiarato nei programmi e le inascoltate analisi di tecnici senza appartenenza politica…
Nonostante importanti testate internazionali, paventino i segnali di un nuovo fascismo all’orizzonte, suffragati da più di un centinaio di episodi negli ultimi anni, il vero rischio di una simile ricaduta della politica italiana, non sta tanto nella consistenza di certi gruppuscoli estremisti, quanto nell’attuale caos e mancanza di risposte valide dei partiti, alle esigenze delle masse (i penultimi della società), lasciando alla diatriba sulla pericolosità delle minoranze (gli immigrati, gli ultimi), il fulcro di un inesistente confronto elettorale.
Il “pericolo fascista” è in effetti ben presente e forte, ma solo per la mancanza di buoni progetti, di alternative credibili e, soprattutto, di ideologie su cui riversare la speranza, di tutti coloro che vivono un presente fatto di precarietà e che non riescono più a vedere il futuro. E l’ennesima tornata elettorale senza vincitori né vinti, può essere il terreno fertile su cui far prosperare la nostalgia del ventennio. Per evitare questo, tutte le forze politiche dovrebbero comunque cambiare atteggiamento nei confronti degli avversari, assumendo un serio codice di autoregolamentazione sulle proprie proposte e sulla selezione dei propri candidati, se non vogliono che questi segnali neri all’orizzonte si concretizzino in una nuova era di oscurantismo e violenza.
…ma mi sa che oramai è troppo tardi…!
L’Etranger