La (ri)scoperta di un affresco
Il periodo medievale della città di Roma risulta ai più è quasi del tutto sconosciuto. Una scoperta recente contribuisce a gettare nuova luce su questo periodo, oscuro ma artisticamente lucente.
La chiesa di S.Bonifacio e S.Alessio fa risalire la sua fondazione al IV secolo circa.
La sua forma attuale si deve a dei lavori eseguiti nel XVIII secolo, che giungono dopo altri effettuati nel 1200 e nel 1500. Al suo interno sono custodite le reliquie di S. Thomas Beckett e un’icona del XIII secolo raffigurante la Vergine, che la traduzione voleva invece riportata in Oriente da S. Alessio stesso, nel V secolo.
In una intercapedine di questa chiesa è stato in questi giorni rinvenuto un affresco risalente alla metà del XII secolo, raffigurante con tutta probabilità S.Alessio e il Cristo Pellegrino.
La scoperta, o meglio riscoperta, è avvenuta grazie alla storica dell’arte Claudia Viggiani, che studiando alcune carte risalenti al 1965, è riuscita ad individuare la presenza di questo affresco all’interno della Basilica.
L’affresco si presenta in uno stato di conservazione eccezionale, nonostante il tempo trascorso. I colori sono ancora luminosi e lo stile delle raffigurazioni rimanda direttamente alla scuola bizantina, che in quegli anni faceva sentire il suo influsso in tutto il mondo cristiano. A Roma, in quegli anni, le vicende di S.Alessio erano particolarmente conosciute e apprezzato e il suo culto aveva raggiunto l’apice. Non stupisce quindi che l’affresco si trovasse, nella chiesa arcaica, in posizione preminente.
Chi decise di “murare” in seguito il dipinto, ebbe cura di non rovinare l’affresco e anzi, ritagliò una piccola feritoia sul muro per permettere la visione del santo, oggetto di venerazione dei fedeli.
Per quanto a Roma non manchino testimonianze pittoriche del periodo medievale, questi affresco va a configurarsi come uno dei migliori per stato di conservazione.
di Fabio Scatolini