Reagire
Dopo circa due secoli dalla esistenza in vita di Alexis De Tocqueville sembra che il tempo sia vanamente trascorso. Le idealità, i sogni, le utopie rivoluzionarie e le aspirazioni verso una società più giusta ed egalitaria che permearono il pensiero politico del secolo scorso, ed in particolare dagli anni della vittoriosa lotta antifascista fino a quelli della fantasia al potere e poi fino alla grande sterzata a sinistra del 1975 / 76, hanno lasciato il passo ad un generalizzato rampantismo individuale che ha curato e cura solo il proprio io ed i propri interessi economici. Il risultato è stato un enorme vuoto ideale e culturale che sta degradando la nostra vita.
La nostra storia sarà anche finita, come ebbe a dire Pasolini, ma noi sappiamo che il progresso umano ha sempre incontrato momenti di rottura e di rinculo verso il peggio ed è stato poi nuovamente illuminato da bagliori indicanti un nuovo umanesimo.
di Pietro Lucidi
“Può tuttavia accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro. In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell’abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri… Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po’ di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l’ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell’ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all’altro può presentarsi l’uomo destinato ad asservirla.
Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere. Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo.
Alexis De Tocqueville