Lettera dal futuro
Cara mamma Silvia, ti mando questa lettera virtuale, perché tu non lo sai, ma noi oggi nel 2100, abbiamo una vita molto diversa da quella a cui eri abituata tu nel 2020, l’ho chiamata virtuale perché oggi non ho più bisogno di prendere carta e penna per scrivere, ma mi basta connettermi ad un dispositivo che legge il mio pensiero e questo è sufficiente per dettare la lettera al computer che la trasforma in parole scritte. Ero una bambina quando mi raccontavi che tu, da piccola, avevi un tipo di vita completamente diverso dal nostro, noi avevamo giochi elettronici e tu le bambole, noi cantavamo da sole in cameretta, eppure le nostre canzoni, viaggiavano nella rete e le potevano vedere dall’altra parte del mondo, così come noi ascoltavamo e vedevamo nostri coetanei americani, svedesi, australiani, cantare e ballare nel loro telefono cellulare. Ci dicevi come era diverso giocare in modo reale a pallone o rincorrersi in cortile giocando a ruba bandiera, come facevi tu da piccola, mentre noi ci accontentavamo di rimanere in camera ore ed ore, attaccati ai nostri cellulari, essendo praticamente in contatto con i nostri amici e con chiunque altro là fuori nel mondo. Spesso ci amavi ripetere che, anche tua mamma, nonna Gabriella, quando eri piccola tu, ti ripeteva di continuo come la sua vita era totalmente diversa dalla tua! Loro avevano avuto una infanzia poco spensierata a causa della Seconda Guerra Mondiale, non avevi abbastanza cibo ed essendo otto fratelli, i nonni avevano difficoltà a farvi mangiare sufficientemente tutti i giorni. Mi raccontavi che nonna a sua volta ti raccontava che il suo ricordo più orrendo, fosse non tanto la paura dei bombardamenti, le camionette dei tedeschi che seminavano terrore o l’impossibilità di andare a scuola, quanto la fame provata! Oggi, cara mamma, non ricordo nemmeno più come si cucina, abbiamo pasti monoporzione che ci vengono consegnati da droni settimanalmente, direttamente ordinati dal nostro medico nutrizionista che decide per noi cosa è giusto mangiare.
La lettera l’ho scritta con il pensiero, perché non abbiamo più bisogno di scrivere, la macchina si guida da sola, perché non è più necessario di guidare le automobili elettriche con le mani sul volante. Quante cose sono cambiate, cara mamma! Purtroppo, il mondo che ci è stato lasciato dai nostri avi, era arrivato al collasso, l’aria irrespirabile a causa delle emissioni delle vostre macchine che ancora ricordo lasciare un gran fumo nero dietro di loro, le strade piene di camion che trasportavano materie da una parte all’altra della terra, gli aerei che consumavano tonnellate di carburante lasciato nei cieli, isole di plastica nel mare, bottigliette da mezzo litro usate in maniera indiscriminata, comprate, bevute e buttate ovunque senza criterio, immondizia e scorie che nessuno sapeva come eliminare.
Insomma, ci avete lasciato in eredità una vera catastrofe! Fortunatamente qualcosa noi ragazzi avevamo percepito, qualcosa che, grazie a qualche santa mente illuminata, ci ha chiesto di risvegliare le nostre coscienze, ci ha chiesto di svegliarci, di ascoltare il grido di aiuto della nostra madre terra, ci ha chiesto di impegnarci per trovare soluzioni, per cambiare, per recuperare il recuperabile. Da grandi ci siamo impegnati, abbiamo studiato, ci siamo ingegnati a capire come poter applicare una economia circolare che riuscisse a riutilizzare gli scarti, ovvero tutto ciò che prima si accumulava senza venir riciclato, riutilizzato, o almeno distrutto definitivamente. E qualcosa abbiamo fatto, mamma cara, si forse è diventato tutto un po’ troppo automatizzato e virtuale, ma purtroppo a qualcosa bisognava rinunciare! Ed ora eccomi qui, anche io sono una vecchiettina ormai, ripenso al passato e mi vieni in mente tu, mamma, che mi hai insegnato a differenziare la spazzatura, che mi urlavi di non sprecare l’acqua nelle mie interminabili docce, che mi strillavi quando utilizzavo le bottiglie di plastica, quando mangiavo cibo ai fast food e infine quando non rispettavo l’ambiente. Ecco,quindi, che ripensando al tuo sforzo di allora non posso che ringraziarti, anche se al momento magari borbottavo, oggi ti porgo le mie scuse e ti dico grazie di tutto, soprattutto per avermi parlato di ecologia e di come prenderci cura di questo stupendo giardino che è la terra che il Signore ci ha donato. Grazie mamma, a presto!
di Silvia Amadio