Ampio sguardo “eurús op”
“Eurús op” significa ampio sguardo, oppure occhio grande. È una delle tante ipotesi da cui deriva il nome Europa. Evoca la capacità di guardare oltre. Europa, figura mitologica che aveva fatto innamorare di sé gli Dei, era chiamata “la fanciulla dagli occhi grandi”. Quindi sarebbe bello pensare che gli europei, in l’articolare i giovani siano persone dallo sguardo ampio, aperto, capaci di guardare oltre. Questa spiegazione, così semplice, ma così intensa, l’ha data Papa Francesco nel messaggio ai partecipanti alla Conferenza Europea dei Giovani che si è svolta a Praga 11 luglio 2022. Ha anche ricordato l’iniziativa chiamata Patto Educativo Globale. Si tratta di un’alleanza tra gli educatori (in primis insegnanti di tutti i livelli, ordine e grado, n.d.r.) di tutto il mondo per educare le giovani generazioni alla fraternità. Vedendo però come sta andando questo mondo guidato da adulti e da anziani, sembra, che forse, dovreste essere voi giovani, a educate gli adulti alla fraternità e alla convivenza pacifica.
Tra gli impegni del Patto Educativo c’è quello di ascoltare. Ascoltare le grida di dolore. Le urla della fame. I lamenti dei feriti, delle donne violentate, dei migranti schiavizzati. Ascoltare tutto ciò che le orecchie dei grandi non ascoltano. Ascoltare tutto ciò che i leader mondiali fingono di non sentire. Il rumore assordante delle bombe in Ucraina, in Palestina, nello Yemen, in Iraq, in Siria, in Afghanistan e in ogni luogo del mondo dove c’è da anni una guerra in atto.
“Fate rumore, gridate forte, cari giovani, avete il diritto di dire la vostra su ciò che riguarda il vostro futuro. Vi incoraggio ad essere intraprendenti, creativi e critici…” scrive il Papa. In questo Patto, non ci sono degli “emittenti” e dei “destinatari”, ma tutti siamo chiamati a educarci in comunione, come suggeriva il pedagogista brasiliano Paulo Freire. Non temete di essere esigenti: avete il diritto di ricevere il meglio per voi stessi così come i vostri educatori hanno il dovere di dare il meglio di sé stessi.
Tra le varie proposte del Patto Educativo Globale, Papa Francesco ne richiama due. La prima “Aprirsi all’accoglienza” e quindi il valore dell’inclusione. Non lasciarsi trascinare in ideologie miopi che vogliono mostrarvi l’altro, il diverso come un nemico. L’altro è una ricchezza. Siamo fortunati quando incontriamo l’altro, nostro fratello. L’altro, non più altro ma parte di noi stessi. Avere occhi grandi “eurùs op”, per aprirsi agli altri, fa di noi persone che vivono la fratellanza come un dono. Nessuna discriminazione contro nessuno. Essere solidali con tutti, non solo con chi ci assomiglia, o mostra un immagine di successo, ma con coloro che soffrono, dice Francesco, qualunque sia la nazionalità e la condizione sociale. Non dimentichiamo che milioni di europei in passato hanno dovuto emigrare in altri continenti in cerca di futuro. Anche io, dice il Papa, sono figlio di emigrati in Argentina. L’obiettivo principale del Patto Educativo Globale è quello di educare tutti a una vita più fraterna, basata non sulla competitività ma sulla solidarietà. La vostra aspirazione maggiore, cari giovani, scrive Francesco, non sia quella di entrare negli ambienti formativi di èlite, dove può accedere solo chi ha molto denaro. Questi ambienti, vogliono che le cose rimangano così come sono. Non vogliono la fratellanza. Vanno invece apprezzate quelle realtà che esprimono solidarietà e educano alla fraternità. Saranno queste esperienze solidali che cambieranno il mondo, non quelle escludenti o esclusive delle scuole d’èlite. Eccellenze sì, ma per tutti, non solo per qualcuno.
L’altra proposta riguarda la cura della casa comune. Dovete fermare la tendenza autodistruttiva del pianeta ad opera di governanti che non pensano al futuro. Non lasciatevi sedurre dalle sirene che propongono una vita di lusso riservata a pochi. Possiate voi, dice Papa Francesco, avere “occhi grandi” per vedere tutto il resto dell’umanità, che non si riduce alla piccola Europa, aspirare a una vita dignitosa e sobria, senza il lusso e lo spreco, perché tutti possano abitare il mo do con dignità. È urgente ridurre il consumo non solo di carburanti fossili, ma anche di tante cose superflue, è così pure, in certe aree del mondo, è opportuno consumare meno carne. Impegnarsi per una ecologia globale aiuta il pianeta a recuperare ciò che è stato distrutto in questo ultimo secolo. Educare per conoscere oltre che se stessi e l’altro, anche il creato che è bene comune, cioè di tutti.
Qualcuno, scrive Papa Francesco, ha detto che se il mondo fosse governato dalle donne, non ci sarebbero tante guerre, perché coloro che hanno la missione di dare la vita non possono dare la morte. Per dare la vita si deve vivere in fraternità ed essere solidali con l’altro, con nostro fratello d’oltre mare, accoglierlo ed accudirlo. Solo così, con questa visione, con l’ampio sguardo, possiamo costruire un mondo di pace dove il bene sia l’elemento comune da condividere, eliminando disuguaglianze e differenze. Fraternità e solidarietà per un mondo di Pace.
di Claudio Caldarelli