La primavera sboccia al cinema con luci e ombre d’Oriente
30 marzo – 5 aprile Asian Film Festival al Farnese di Roma
Asia, Asia, Asia, ce n’è tanta, come l’aria che respiriamo, nei quartieri e nelle strade delle grandi, come delle più piccole città di provincia italiane. In realtà, però, cosa ne sappiamo delle realtà asiatiche intorno a noi, aldilà delle immagine di superficie che ce le fanno percepire sensibilmente? Ossia, farcele apparire, senza poterle davvero intendere, oltre quello schermo invisibile, fatto d’aria e di luce, che tutti quotidianamente ci avvolge e su cui tutti appariamo. Abbiamo troppo da fare, da correre, da saltabeccare da una parte e l’altra della notte e del giorno, dei sogni, delle veglie, delle angosce, dei piaceri, per starci troppo a rifletterci su.
Eppure, con le sue comunità, l’Oriente già ci abita. E c’è un tipo di schermo che ci permette di entrare profondamente dentro la realtà delle speranze, aspirazioni, amarezze, disillusioni, superbie, debolezze d’una singola persona, come di un’intera comunità. Questo schermo è quello del cinema. Ogni anno, l’Asian Film Festival, siamo ormai alla XX Edizione, ci porta dentro, nel profondo delle diverse sfaccettature culturali, sociali, di costume dell’immenso continente asiatico. Sui due schermi del rinnovato Cinema Farnese Arthouse, a Roma, in Campo de’ Fiori, vedremmo scorrere immagini, vicende, volti, voci di Taiwan, Cina, Malesia, Hong Kong, Giappone, Thailandia, Corea del Sud, Vietnam e Filippine. Cinematografie con ormai una storia artistica e produttiva lungamente sperimentata, consolidata, eppure sempre aperte all’attualità non solo dei contenuti narrativi ed esistenziali, ma soprattutto a nuove forme espressive.
Asian Film Festival, organizzato da Cineforum “Robert Bresson”, si svolge dal 30 marzo al 5 aprile prossimi nella storica sala romana del Cinema Farnese, ma avrà un suo prolungamento il 12 aprile all’altrettanto storico Cinema Barberini, sempre a Roma. Qui, infatti, saranno proiettati fuori concorso i due film, entrambi del 2022, firmati regista e sceneggiatore sudcoreano Lim Sang Su, Fantasy World, e il thriller indipendente Drown. Parliamo di fuori concorso, perché il Festival prevede un concorso ufficiale tra una selezione di 18 opere. I premi previsti sono: Miglior Film, Miglior Regista, Miglior Attore, Miglior Attrice, Film più originale. Una seconda selezione è quella dedicata a otto opere di autori Newcomer, esordienti di talento, animati da spirito e stili dinamici, innovativi. La giuria di questa sezione
L’apertura il 30 marzo è affidata al Little Blue, di Yifang Lee, un racconto di evoluzione, un viaggio di formazione di una ragazza, quale simbolo della gioventù taiwanese nei suoi incontri reali e web con le diverse facce dei sentimenti d’amore e della sessualità. Seguono le singole quattro giornate, dal 31 marzo al 4 aprile, dedicate alle cinematografie dei diversi paesi rappresentati. La serata conclusiva del 5 aprile, è animata dalla proiezione dei film di due autori affermati filippini: When The Waves Are Gone, di Lav Diaz (2022), e Feast, di Brillante Mendoza (2022). La premiazione delle opere vincitrici chiude ufficialmente la XX Edizione di Asian Film Festival, ma oltre la propaggine del 12 aprile al Barberini, come anche le precedenti edizioni, anche questa edizione è destinata a mantenere la promessa contenuta nel catalogo delle opere di alta qualità selezionate: portare luci e ombre del lontano Oriente più intimamente alla coscienza di quelle che già abitano Occidente.
Riccardo Tavani
Direttore: Antonio Termenini; Organizzazione: Cineforum “Robert Bresson”; Ufficio Stampa: Elisabetta Castiglioni.