Note sul rapporto Istat 2024

Insomma è la nostra fine. È la fine.

La fine dell’Italia per come la conosciamo dalla sua nascita nel 1870 ad oggi.

In 30 anni abbiamo perduto 5 milioni di giovani, dal 94 ad oggi.

Sarebbe come a dire che l’intera popolazione di Milano e Roma messe insieme svanissero.

Sono 5 milioni di giovani in meno in trent’anni, ed ora i così detti “boomer”, cioè i nati negli anni 60, durante il boom economico, arriveranno in età pensionabile.

Nel 2100 ci saranno 4 miliardi di Africani, in paesi al limite della vivibilità per guerre, carestie, climate change. La loro età media sarà intorno ai 18 anni.

Gli europei scenderanno sotto il mezzo miliardo, età media 42 anni, 47 in Italia.

Questi alcuni dei dati del nuovo rapporto Istat 2024.

Muore la nostra civiltà, insterilisce e muore il ceppo etnico formatosi a partire dalla fine dell’Impero d’Occidente. Tramonta l’Occidente.

L’Italia, per come la conosciamo, agonizza e morirà.

Umilmente a me pare che la sfida del prossimo millennio sia la seguente: riuscire come Italia a salvaguardare la nostra Anima, storia, cultura, riuscendo a trasmetterla ai nuovi italiani del domani con i linguaggio della già regnante dominazione della Tecnica; perché tra cento anni saremo come la Francia: avremo italiani di origine africana, asiatica, in crescente maggioranza, e dominerà la Tecnica. Questo discorso vale per tutta l’Europa, per tutta l’Africa sub sahariana.

Europa ed Africa devono gemellarsi, creare una sinergia proficua di portata secolare. Uno scambio biologico, relazionale, economico, politico, sociale, culturale, dove, come avvenne alla fine dell’Impero d’Occidente, ognuno metta in campo ciò che ha per creare un mondo nuovo.

Io la vedo così, poi magari mi sbaglio, per carità.

Giacomo Fagiolini