Shoshana, prima dell’atto di nascita d’Israele.

Shoshana, di Michael Winterbottom, narra del periodo a dir poco tumultuoso — alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso — che conduce alla nascita di Israele. Lo fa attraverso la vicenda reale di Shoshana Borochov, giovane, affascinante giornalista ebrea d’origine ucraina, legata sentimentalmente al Vice Sovrintendente della polizia britannica Thomas Wilkin. La Palestina dal 1920 al 1948 è sotto il Mandato Britannico, a livello politico, amministrativo, militare, economico. Shoshana è una seguace del gruppo Haganah, oltre che dei paterni ideali socialisti, per la formazione di uno stato in cui ebrei ed arabi possano convivere pacificamente. Suo fratello, invece, milita nell’Irgun, formazione armata definita terrorista dagli inglesi e dalla stessa protagonista.

Il film ha il pregio di mostrare quale sia il primo irriducibile nocciolo teorico sionista e pratico militare attorno al quale si avvolge tutta la successiva storia di Israele fino ai giorni dell’odierno tragico conflitto a Gaza.

L’appassionata ma anche difficile storia d’amore tra Shoshana e il poliziotto britannico è anche il simbolo della stessa sì alleanza, ma anche cruciale conflittualità con le potenze occidentali.

E sono proprio le scelte, le svolte drammatiche ma decise, convinte di Shoshana — in cui Istaele è sempre al primo posto e sopra ogni altra cosa — a rendere l’irriducibilità di questo carattere originario della fondazione di uno Stato. Come spesso accade nel cinema una donna rappresenta non solo sé stessa, ma un’intera nazione.

Nata nel 1902 a Vienna, Shoshana Borochov scompare a 92 anni nel novembre del 2004.

Girato in Puglia, attorno a Ostuni, ti accorgi con enorme sorpresa che non si trattava di Palestina e Israele solo se ti soffermi a leggere i titoli di coda fino a quelli finali, dove in genere si indicano i luoghi delle riprese.

Visto alla sua prima uscita italiana in sala, al primo spettacolo delle 16.30, giovedì 27 luglio al Cinema Intrastevere, Vicolo Moroni, 3 — Roma. Non eravamo moltə in sala, perché nei cinema — anche in quello — sta impazzando InsideOut 2.

Riccardo Tavani