UNO SGUARDO ALLE EUROPEE

Dove andiamo?

Dove stiamo andando come Europa, come Occidente?

Questa è la domanda che mi torna in mente ogni volta che leggo o vedo un’analisi sulle elezioni europee appena concluse. È la stessa domanda, vi ricordate?, che nel film di Pasolini Uccellacci e Uccellini il Corvo – simbolo delle grandi ideologie occidentali e degli intellettuali – di continuo rivolge a Totò e Ninetto, che non fanno altro che andare avanti, avanti, avanti, senza senso, scopo, significato, direzione.

Il film finisce che i due, posti in radicale crisi dalle incalzanti domande del Corvo – che è anche un profetico e drammatico autoritratto dell’autore – si fermano, si guardano, si accordano, e lo mangiano.

Il popolo, in preda a una totale crisi di senso sulle questioni fondamentali della vita umana, si rivolta contro la propria Coscienza, e se la mangia continuando a vagare senza meta, brancolando sul vuoto.

Questa scena iconica di Uccellacci e Uccellini di Pasolini è davvero perfetta per cogliere l’essenziale del contenuto di queste elezioni.

Vi condivido alcuni spunti:

L’Europa si omologa al coro monotono con cui, attraverso le elezioni negli States, l’Occidente sta manifestando il totale annichilimento e svilimento delle sue sorgenti culturali e quindi delle sue risorse politiche.

La politica si sgretola nel ridicolo, nel non senso, nel cabaret di personaggi insulsi, e nel deserto lasciato da questo processo di decomposizione la Tecnica e il Capitalismo della Sorveglianza imperano su un popolo che prosegue nello stillicidio della sua agonia.

L’espressione del voto europeo ci mostra, come le presidenziali negli Usa, una stantia e deprimente polarizzazione tra una Sinistra totalmente appiattita sulla ideologia Woke e prona ai poteri oligarchici che governano sul serio le sorti dell’Occidente e una Reazione a questo status quo che fondamentalmente si coagula intorno a schieramenti di destra estrema, fortemente orientati da ideologie fondamentaliste, neonaziste, neofasciste o da allucinazioni complottiste da quattrosoldi che slatentizzano la psicosi con cui sempre più persone, di fronte alle presenti difficoltà, reagiscono rimuovendo la realtà creandosene una parallela.

Biden contro Trump, in estrema sintesi.

Biden e Trump sono in effetti l’esempio perfetto dell’asfittica polarizzazione in cui marcisce la politica occidentale.

Due pachidermi, due enormi capodogli già morti, che spandono nell’aria già avvelenata delle democrazie d’Occidente ognuno il proprio nauseante marcire che ha una cosa in comune con quello dell’altro: una cultura ego-riferita che è totalmente insufficiente, inadeguata e non all’altezza delle sfide che ci stanno già travolgendo come civiltà.

Ecco la politica occidentale, europea, ed ecco la tristissima situazione italiana.

Liberali e Sinistra totalmente proni all’ideologia del Nulla che avanza e al Potere vero che già comanda sempre più asservito alla dipendenza dalla Tecnica, e una reazione grossolanamente fondamentalista quando non neo nazi-fascista, o settario-complottista, che farebbe ridere se non inquietasse e non facesse piangere.

Anche in Italia questo discorso regge: è Giorgia contro Elly, in questo teatrino scadente che ormai trenta milioni di italiani disertano perché consci della verità, e cioè che i politici non contano più niente, mentre la reazione scomposta antisistema

serra i ranghi intorno a figure come Vannacci, che cita, con un ghigno da potente sul viso, il nome di un gruppo di personaggi, quello della Decima Mas, che se l’avessero incontrato sul loro cammino l’avrebbero probabilmente deriso senza rispetto e senza pietà.

Il Nulla, in poche parole, il nulla feroce.

Io credo che questo ci dicano le recenti europee: la politica è morta e si decompone in un triste teatrino che sempre più evidentemente non conta più niente mentre le decisioni vere si prendono altrove, e il popolo reagisce mediante fazioni più o meno settarie, più o meno nostalgiche, totalmente inadeguate alla sfida del prossimo millennio.

Manca una nuova cultura di vita, capace di aggregare gli umani nel XXI secolo e capace di fondare un’azione politica inedita, che regga all’urto delle tremende e meravigliose sfide che ci aspettano al varco come umanità, che ci stanno già spazzando via e proprio per questo ci stanno aprendo le porte all’esperienza di un’autentica risurrezione e rivoluzione.

Giacomo Fagiolini