680 morti sul lavoro in otto mesi
La strage continua. Ogni giorno. Tutti i giorni. Muoiono. Donne e uomini sul lavoro. Nei primi mesi del 2024 sono morti 680 lavoratori, cadendo dalle impalcature, travolti o schiacciati da mezzi pesanti, sommersi in acqua e fango, nei campi, nelle fabbriche, negli stabilimenti. I lavoratori continuano a morire in ogni luogo.
In questi giorni si celebra la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, il capo dello Stato, Sergio Mattarella in un messaggio inviato all’Associazione Nazionale Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro, ribadisce che la sicurezza “è una priorità permanente per la Repubblica…e oltre che una prescrizione costituzionale è anzitutto una questione di dignità umana”. Prosegue Mattarella “…ogni vita persa, ogni vita compromessa chiama un impegno corale per prevenire ulteriori perdite della salute e della dignità di chi lavora… La vicinanza della Repubblica alle famiglie di quanti hanno perso un proprio caro a causa di incidenti sul lavoro”.
Emidio Deamdri, presidente ANMIL concorda con il Presidente, aggiungendo sulla necessità di fare di questo tema una priorità, ma fa notare che al momento “non riceve la giusta considerazione”. Ci sono più di tre morti al giorno sul lavoro, cioè tre “omicidi” che si potevano evitare con una severa politica di controllo e sanzioni, con una politica di informazione e formazione delle lavoratrici e lavoratori. Ma, il profitto uccide qualsiasi forma di prevenzione e controllo, uccidendo lavoratori innocenti, ogni giorno, più di tre al giorno.
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil continua ad urlare tutta la sua rabbia contro le morti sul lavoro, continua ad essere in prima fila con i lavoratori per la battaglia sulla sicurezza. Continua a manifestare su tutte le piazze italiane per mettere al centro della agenda politica la sicurezza sul lavoro.
Appalti che uccidono, appalti al ribasso dati in sub-sub appalto, schiavizzano i lavoratori, li mettono a rischio morte, vengono sottopagati, sfruttati e hanno molte probabilità di morire. Le denunce di infortuni aumentano, sono migliaia, solo in Lombardia 71.534 nei primi 8 mesi, solo a Milano sono 23.798 infortuni nei primi mesi dell’anno. In questa ecatombe di lavoratori, l’unico rimedio proposto la patente a punti, dove la vita di un lavoratore vale venti punti e si continua a morire.
“Il magistrato Bruno Giordano, scrive Il Fatto Quotidiano, ex numero uno dell’Ispettorato del l’acoro,…ha detto che non basta parlare di numeri di ispezioni, ci vuole qualità ed efficienza dei controlli e delle indagini, con l’istituzione di una procura distrettuale e nazionale sul lavoro”.
Intanto I’Inail fa sapere che nei primi otto mesi del 2024 gli infortuni sul lavoro in Italia, hanno raggiunto la drammatica cifra di 387mila. In aumento rispetto allo scorso anno, così come sono aumentati i morti sul lavoro rispetto all’anno scorso.
Claudio Caldarelli