A Sinistra si cambia Cavallo?
A partire dal discorso di addio di Joe Biden, fino alla slavina di commenti alla cerimonia di insediamento di Trump e al recente gesto provocatorio di Musk, mi pare ormai evidente la nuova parola d’ordine della Sinistra mondiale: Oligarchia.
Mi pare sempre più evidente: nel mondo del consumo dove le idee e le bandiere vengono valutate, come tutto del resto resto, sulla base del Fatturato in termini di soldi e potere che riescono a garantire, mi pare che a Sinistra, registrato il fallimento della cultura Woke, spinta al massimo dalla fine del secondo mandato di Obama fino ai quattro anni di Biden, si voglia decisamente cambiare cavallo.
Io credo che la sconfitta così sonora di Kamala Harris continui a precisarsi, settimana dopo settimana, sempre più come la clamorosa sconfitta dell’ideologia Woke e delle sue assurde derive che hanno dimostrato di saper solo aizzare una piccola setta di fanatici senza riuscire a far presa sui popoli.
A sancire il cambio di rotta, invece, mi pare siano state le parole Biden alla fine del suo mandato, la nuova parola d’ordine mi pare evidente, la Sinistra la va a prendere dai lavori dei migliori sociologi degli ultimi decenni così come dalla retorica affine alla galassia frastagliata dell’Anti Sistema.
Vedrete che sentiremo presto Springsteen, Bono, Bon Jovi (mi piange il cuore a parlarne così), insieme agli Obama, i Clinton, Saviano, iniziare a denunciare gli Oligarchi Occidentali, le Oligarchie, i Pochi che opprimono i molti: vedrete che sarà quello il ridicolo leitmotiv degli oligarchi che hanno perso per cercare di riprendersi la scena.
Il Woke, con i suoi deliri e le sue allucinanti derive con cui si è bruttato e svilito il volto di battaglie anche giuste, rimarrà, ma molto più sullo sfondo di un discorso e di una narrazione che tenterà di spostarsi sempre di più su retoriche affini alle enormi masse che la Sinistra di Potere ha sperperato in questi anni, e che ora si guardano smarrite intorno in cerca di una leadership che riesca a rappresentarle.
Quest’ultima frase mi fa venire in mente quella famosa gag di Andreotti quando diceva “purtroppo non vedo giganti nei dintorni …”
Siamo probabilmente perduti.
Giacomo Meingati