La critica al capitalismo compito della sinistra
“Il rilancio della sinistra non può prescindere dalla critica al capitalismo. Come già successo un secolo fa, il capitalismo si poggia su formazioni reazionarie per confermare il proprio dominio” su Volere la luna. La sinistra deve avere la forza e il coraggio di cambiare paradigma, mettere al centro del suo agire il cambio di sistema per essere credibile dalle popolazioni povere, per combattere le ingiustizie sociali, per redistribuire le risorse necessarie al miglioramento delle condizioni di vita. È la sinistra che deve ancorare la sua politica alla sanità pubblica, alla scuola pubblica, alle pensioni, cioè fare del welfare la sua etica politica. Oggi, vediamo il decuplicarsi dei profitti per i miliardari, che fagocitano miliardi e miliardi, togliendo il respiro al pianeta, alle classi sociali più deboli, investendo in armi e fomentando le guerre. Tutto a vantaggio del proprio capitale.
Pochi super ricchi detengono la ricchezza, mondiale mentre miliardi di persone non riescono ad avere neanche il minimo necessario per la sopravvivenza. Il pianeta collassa, la povertà aumenta, tra l’indifferenza dei governi, mentre si spendono centinaia di miliardi di euro per armarsi contro un nemico che non esiste, costruito a tavolino, per creare paura. Nessuno quasi più si accorge di come la vita, la quotidianità sia peggiorata. Il capitalismo non è una forma efficiente di produzione e consumo, è un abbaglio che nasconde la sua vera natura, che è quella del dominio di classe e sfruttamento, depauperamento di tutte quelle dimensioni non economiche che il capitale non riconosce ma che pure lo rendono possibile. Il capitalismo si rafforza e rafforza gli estremismi di destra, emargina ed esclude. Il capitalismo impoverisce la gente, la stessa gente che lo sostiene, nella convinzione che il capitale potrà aiutarli ad uscire dalla povertà. Una contraddizione enorme, una masticazione del vero, il capitale crea povertà non la abolisce.
La sinistra ha un grande compito in questo secolo di dittature più o meno camuffate da democrazie, un compito che può cambiare le sorti della storia, se riesce ad affrontare le questioni della critica e superamento del capitalismo e del consumismo sfrenato, rimettendo al centro la questione sociale dei mezzi di produzione e la redistribuzione del profitto per fermare il cambiamento climatico, per garantire una sanità efficiente ed una scuola accessibile anche ai figli delle classi più povere.
La forza del capitalismo si nutre della debolezza della sinistra nell’affrontare temi cruciali per il benessere dell’intera umanità. Per troppo tempo la sinistra non ha contestato il sistema “capitale” è rimasta ammaliata dalle sirene dell’interclassismo e della libera concorrenza nel libero mercato. E i danni sono enormi. La sinistra erede dei grandi partiti comunisti e socialisti non è sopravvissuta alla caduta del muro di Berlino. Anziché sottoporsi ad un processo di critica costruttiva, si è suicidata, cambiando nome, forma e sostanza. Ha dimenticato la lezione marxiana secondo cui il capitale non è compatibile con la libertà, né con la democrazia, né con l’uguaglianza. Per questo è necessario per la sinistra esprimere in tutte le sue forme la critica al capitalismo e al consumismo per indicare una via sostenibile a garanzia dei diritti del pianeta e delle sue popolazioni.
Claudio Caldarelli