Fondata sul lavoro, non sulla rassegnazione

Ti dà tristezza, un mondo senza speranza, raccolto in sé, senza fraternità, senza amore.

Ecco il primo maggio 2016, dice l’eretico. Tanto diverso da quelli che a Roma vedevano uno sterminato corteo di lavoratrici e lavoratori che confluiva a piazza S. Giovanni, quella che una volta era “la nostra piazza”.
Tanto diverso. Ora c’è solo il concertone, ci sono sindacati istituzionalizzati che faticano a trovare consenso. Che non riescono a reggere il confronto con i regali del governo, non più rinnovi dei contratti nazionali ma 80 euro ai bassi redditi, 500 euro agli insegnanti, 80 euro ai diciottenni e forse – prima del referendum? – 80 euro ai pensionati….
Non c’è più, commenta con amarezza l’eretico, quella che una volta era la consapevolezza di essere classe. Oggi ci sono solo soluzioni individuali, opachi compromessi, egoismi senza ascolto verso un mondo che è stato depredato per secoli ed ora ti chiede aiuto. Forse nel mondo del G8 non ci sono più le classi (e per gli altri 5 miliardi di donne ed uomini della terra?) ma certamente non è scomparso lo sfruttamento. Quello della finanza sulla società industriale, della produzione sul mondo del lavoro. Ma anche quello dei lavoratori garantiti sul mondo dell’esclusione, sugli ultimi della terra.
Primo maggio 2016, festa del lavoro. Ma quale lavoro? si chiede l’eretico Quello che con il Jobs Act non ha più le garanzie dello Statuto dei Lavoratori?
Quello con la disoccupazione complessiva a 2 cifre (11-12%)?
Quello con la disoccupazione giovanile al 38% (era 19% nel 2007, è 22% nell’eurozona)?
Quello con un tasso di inattività delle donne al 48,5%, contro una media eurozona del 35,1%?

C’è da chiedersi, dice l’eretico,quale possa essere la vera qualità della vita, in Italia. Una vita sempre in tensione, sempre in competizione. Una vita senza amore. Perché per ogni aspetto si trovano continuamente ostacoli, di ogni tipo. Eppure, in un modo o nell’altro si tira avanti (a sentire Renzi siamo anzi alla testa dell’Europa, stiamo crescendo in tutto). Ma è vita, quella vissuta nella rassegnazione, quella senza il sorriso di una famiglia che non ti puoi permettere, quella senza ideali in cui credere, quella in cui sulla bara ti mettono la bandiera di una squadra di calcio?
Non è vita quella, ne è convinto l’eretico. Che non crede alle illusioni, alle promesse luminose del premier. E si è messo a cercare riferimenti per vari aspetti della vita civile. Ed è emerso un quadro non consolante, di un paese che arranca, che non riesce a tenere il passo degli altri…
Per la libertà di stampa (classifica di Reporters sans frontieres) l’Italia è al 77° posto, su un totale di 180 paesi, preceduta anche da paesi come Tonga, Burkina Faso e Botswana. Visto che in sede governativa si è avuto il coraggio di lamentarsi per l’ostilità dei media, c’è da chiedersi, pensa l’eretico, dove ci classificheremmo con una informazione più gradita… forse al 150° posto!
Per l’evasione fiscale, il Pil sommerso (Istituto ricerca Eurispes) sarebbe in Italia di 540 miliardi, ai quali andrebbero aggiunti 200 miliardi derivanti da attività criminali. Un quadro desolante , commenta l’eretico. In corrispondenza ad esso, una stima prudenziale (Confindustria) indica per il 2015 una evasione contributiva di 122,3 miliardi, corrispondente al 27% del rapporto tra il Pil sommerso e quello ufficiale (anche qui tra i peggiori d’Europa, con Gran Bretagna al 12%, Francia al 15%, Germania al16%, Spagna al 22%.
Per la corruzione, secondo il rapporto di Transparency International, l’Italia risulta al 61° posto nel mondo ed al penultimo in Europa, dopo Grecia e Romania, peggio solo la Bulgaria. Non sono necessari commenti, anche considerando l’esperienza di tutti i giorni.
Per la facilità a fare impresa la situazione non è migliore. Secondo l’ultimo rapporto della Banca Mondiale l’Italia è in 45° posizione, dopo Bielorussia e Kazakistan e prima di Cipro e Montenegro. E questo, ci tiene a precisarlo l’eretico, anche se si è tenuto conto di importanti (!) riforme come la notifica telematica e il Jobs Act.. Una conferma, se fosse necessario, sulla impostazione da rapina della imprenditoria nazionale, per la quale fare impresa significa solo giocare in borsa.

Gli esempi potrebbero continuare, osserva l’eretico, basta pensare alla sanità, alla giustizia …. Tutti a dimostrare come da noi si riesca ad andare avanti nonostante tutto, nonostante l’obnubilamento delle coscienze dopo 20 anni al comando del pregiudicato di Arcore, dopo i due anni (per ora!) delle roboanti esternazioni dell’ex sindaco di Firenze.
Ma non è giusto. Non è giusto rassegnarsi, non è giusto rifugiarsi nel proprio piccolo personale, non è giusto rassegnarsi a piangere sulla pensione che non ti daranno a 70 anni.
Lesse un libro di poesie, l’eretico, molti anni fa. Di un prete francese, Michel Quoist: … Non ci sono che due specie d’amore, l’amore di sé e l’amore di Dio e degli altri. E ogni volta che uno ama di più se stesso, ama di meno gli altri, ama di meno Dio …
Non è necessario essere credenti, per capire che non ci sarà un futuro senza amore per gli altri. E’ la fraternità della rivoluzione francese, che ci manca.
Ricorda, l’eretico, qualche verso di una canzone di John Lennon, “Imagine”:

…Immagina un mondo senza la proprietà
Mi chiedo se ci riesci
Senza bisogno di avidità o fame
Una fratellanza tra gli uomini
Immagina tutta la gente
Che condivide il mondo …

Sentitela insieme, questo primo maggio 2016!