L’arte del levare

Levare, levare, levare, per rimanere con l’essenziale. Avere meno per avere tutti. L’essenziale arte del levare, per avere un po’ di meno, ma per avere tutti. Un gesto d’amore quotidiano che arricchisce ognuno. Un gesto d’amore da condividere con coloro che hanno meno. Avere meno per avere di più, come ripete Francesco: il meno è il più.

“Solo con la conoscenza possiamo giungere a un livello reale di amore. Solo provando gioia nello scoprire l’inaspettata apparizione di un fiore o il rapido frullio di ali di un uccello che da tempo non riuscivamo a vedere capiremo che cos’è la natura per noi è quanto la nostra anima si rifletta nella sua bellezza. E quanto sia importante battersi per preservarla dalla distruzione che noi stessi operiamo”. Scrive Susanna Tamaro in “Invisibile meraviglia”.

Nella Bibbia la parola hesed significa molte cose, tutte legate a forme di reciprocità. Quando si nega l’hesed si spezza un rapporto, si tradisce un patto. La mancanza di hesed produce caos cosmico, riporta il mondo al disordine. La disobbedienza umana genera anche l’inaridire della terra, scrive Luigino Bruni su Avvenire, l’avvizzire delle piante, la sofferenza degli uccelli, degli animali e dei pesci.

Oceani pieno di plastica, fiumi inquinati da acidi e veleni, l’aria irrespirabile intrisa di fumi e anidridi solforose. Tutti prodotti nocivi alla umanità e alla natura, generati da consumi inutili. Da troppi consumi di cose inutili. Tutto ciò che è vivo soffre quando da custodi diventiamo devastatori.

“Ascoltate la parola di Yhwh, o figli di Israele, perché il Signore ha fatto causa agli abitanti del paese. Non c’è infatti sincerità né lealtà, né conoscenza di Dio. Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio, tutto questo dilaga e si versa sangue su sangue. Per questo la terra inaridisce, avvizzisce tutto ciò che vi abita, insieme con gli animali selvatici e con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono” (Osea 4,1-3).

Ascoltate la parola di Yhwh è qualcosa di più di un invito, è un monito talmente attuale da farci riflettere sui danno causati al pianeta con i nostri comportamenti dissennati, dettati da un consumismo sfrenato e compulsivo, fatto di sprechi e di cose inutili. Le accuse sono gravi: spergiuri, omicidi, rapine, guerre, violenze, che hanno preso il posto della sincerità e dell’amore. È come corollario dell’accusa troviamo la parola sulla sofferenza del creato, tra le parole più profetiche di Osea e della Bibbia.

Nell’ottavo secolo a.C. gli effetti su tutta la creazione del tradimento dell’hesed da parte degli uomini, scrive ancora Bruni, erano ancora poco evidenti, ma oggi possiamo constatare la verità del legame profondo tra la nostra non-custodia della terra e la vita delle piante, degli animali, del pianeta. È questo l’umanesimo cosmico, la cosmologia umana della Bibbia, dove davvero tutto è connesso, nella custodia e nella non-custodia. Se non è custode della terra (adamah), l’Adam ritorna Caino, il non-custode, e tutta la terra odora di sangue.

La terra odora di sangue. Sangue versato dal fratello che uccide il fratello per venerare il Dio denaro. I nemici più pericolosi per l’umanità sono le idolatrie, e l’idolatria consumista-nichilista del nostro tempo è il peggior male da combattere, per tornare a mettere al centro della vita l’amore. L’amore per tutto il creato. L’amore per ciò che ci circonda. L’amore che appartiene all’amore ci rende fratelli e sorelle nella quotidianità  dei gesti e della condivisione, riscoprire la reciprocità, l’hesed, con la natura è con il creato.

 

Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini

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