Guardare indietro per affrontare meglio il futuro

Quando si è alla ricerca di modelli di produzione e crescita compatibili con il mondo naturale è saggio, per guardare avanti, anche voltarsi indietro. Abbiamo molto da imparare e ricordare.

Ad esempio, possiamo ricordare che fino agli anni trenta del secolo scorso la canapa ha accompagnato la nostra storia. Manufatti di canapa risalenti a 10mila anni fa sono stati rinvenuti nell’attuale Turchia, la Bibbia di Gutenberg fu stampata su carta di canapa e dello stesso materiale erano le funi e le vele delle caravelle di Cristoforo Colombo. Van Gogh dipingeva su tele di canapa e su carta di canapa è stata scritta la dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America.Avvicinandoci ai nostri giorni, potremmo riscoprire i progetti della Ford che, nel 1941, ideò un’auto costruita in fibra di cellulosa derivata dalla Canapa e alimentata con etanolo di canapa.

Uno sforzo di memoria che per noi Italiani non dovrebbe essere difficile. La nostra tradizione industriale era tanto forte che, fino ai primi anni del regime fascista, eravamo i secondi produttori mondiali di canapa e derivati.

Tutto ebbe fine per volontà del complesso petrolifero che sancì la scomparsa industriale della canapa grazie all’accondiscendenza delle classi politiche mondiali. Queste ultime non ebbero difficoltà, grazie all’ambiguo accostamento canapa-marijuana, a favorire quei potenti interessi decretando il bando della pianta.

L’aggravarsi della questione ambientale potrebbe, e dovrebbe, portare ad un recupero su grande scala di questa coltivazione: molto di quanto viene prodotto tagliando alberi e estraendo petrolio potrebbe essere derivato dalla canapa.

Coltivarla non richiede grandi cure né utilizzo di pesticidi e diserbanti. La canapa ha bisogno di poca acqua, durante la crescita assorbe quattro volte la CO2 assorbita da un albero, può essere inserita nelle rotazioni agricole e lascia il terreno più ricco di sostanze nutritive.

Dalla canapa è possibile produrre carta e può diventare legno e pellet. Può diventare bio-massa o bio-carburante e dalla sua cellulosa possono essere ottenute plastiche da imballaggio e isolamento biodegradabili. Nell’edilizia, poi, la canapa rappresenta un materiale perfetto. Mischiata alla calce permette di realizzare materiali isolanti, sottotetti e vernici ecologiche. Si possono produrre mattoni da costruzione che lasciano traspirare l’aria e l’umidità. Gli ambienti riescono così a conservare meglio le temperature ideali, favorendo il risparmio energetico. Dalla canapa si può anche ricavare una fibra adatta alla creazione di tessuti, cordami e filati.

I suoi semi sono l’alimento vegetale con più alto valore nutrizionale e l’olio e la farina che se ne ricavano sono ricchi di Omega 3 e Omega 4, indispensabili per la salute e la protezione dell’organismo. L’olio rappresenta, inoltre, un’ottima base per i saponi e creme che sfruttano l’abbondanza di antiossidanti per proteggere la pelle da irritazioni ed arrossamenti.

Se non bastasse, la canapa ha capacità di fito-rimediazione cioè, crescendo, può estrarre inquinanti dai terreni favorendo il recupero di aree inquinate.

Guardare indietro per affrontare meglio il futuro. Non sembra difficile.

di Enrico Ceci