LUCUS FERONIE, L’ANFITEATRO

Una stradina tra erbe aromatiche e finocchio selvatico, conduce dalla Tiberina all’anfiteatro della colonia. Una Domus tardo antica, circolare. Il perimetro dell’arena lascia presupporre che le gradinate fossero lignee e poggiate su blocchi calcarei. Presso il bosco consacrato alla Dea Feronia nasce un’importante mercato meta di incontro, di compravendita e di svago. L’anfiteatro “unge da catalizzatore di popolazioni stanziali ed erranti.

Adiacente al Foro, negli spazi una volta botteghe, si respira l’odore delle merci ammassate e riaffiora con il vento il vociare dei mercanti, dei contadini. Sullo sfondo la campagna romana e le luci della città eterna rendono questo luogo magico e sospeso nel tempo. Una colonia dalla popolazione ridotta, in grado di riempire gli spazi di un anfiteatro delle dimensioni di trentacinque metri di diametro, indicano che poteva contenere mille, millecinquecento persone. La strada di collegamento larga tre metri e cinquanta presenta un lastricato molto consumato. I segni delle ruote dei carri e del tempo, testimoniano il continuo andirivieni e l’importanza strategica del luogo. I mosaici in tutte le botteghe artigiane, ancora oggi conservati

sapientemente, dimostrano la capacità artistica degli autori. L’anfiteatro di cui sono rimaste le strutture portanti è quasi circolare e molto piccolo. Le porte ben conservate con i vomitoria (uscite per il pubblico) e ambienti di servizio sottostanti le mura perimetrali. Le gradinate basse, in muratura sono state effettuate sfruttando la natura del terreno. Non essendoci ipogei (sotterranei con gabbie) era destinato ai giochi dei gladiatori e non ai combattimenti con le belve. La sua costruzione inizia nell’epoca Giulio Claudia. L’anfiteatro ancora oggi è il luogo più misterioso e affascinante del sito.

Nella sua semplicità ci richiama le liti, le scommesse, il caos tipico dei luoghi dediti al combattimento corpo a corpo. Il luogo del sangue versato per la Vita. Il luogo del pollice verso. Staccato dal corpo centrale della colonia quasi a significarne un isolamento voluto ma facilmente raggiungibile e fruibile. Alla destra dell’anfiteatro verso sud, scorre il Tevere all’epoca completamente navigabile. Ottimo punto di osservazione per le imbarcazioni romane in arrivi e in partenza. Poco più a valle l’immensa piana dell’agro tiberino coltivata a grano.

Un’ottima posizione geografica all’incrocio tra le naturali vie di comunicazione, il fiume Tevere al centro e ai suoi lati la via Salaria e la via Flaminia. Importante centro di interscambio culturale e materiale tra le popolazioni latine, etrusche e sabine.

Le leggende romane menzionano per la prima volta Lucus Feroniae sotto il quarto re di Roma Anco Marzio più di seicento anni prima di cristo.

di Fabio Scatolini

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