Antichi condomini

Ieri si chiamava insula, oggi si chiama isolato. Nell’antica Roma formava il tessuto urbano destinato al popolo.

L’insula, era una tipologia edilizia destinata quasi esclusivamente alla plebe. Era una sorta di grosso edificio a più piani, costituito da molte unità immobiliari, la cui destinazione era per lo più abitativa. Una sorta di antico condominio. I resti di una insula romana si possono vedere in prossimità‘ del Campidoglio. È ciò che rimane di un edificio del II secolo d.C. scoperto tra il 1931 e il 1942 durante i lavori per la sistemazione del Vittoriano, l’Altare della Patria. L’insula era un fabbricato in muratura, anche se in alcuni ritrovamenti, altre insule erano edificate in legno.

Potevano arrivare in altezza fino a sei piani. Al piano terra di solito si trovavano le taberne, locali commerciali o magazzini. A salire invece la destinazione era ad abitazione. Contrariamente a quanto avviene oggi, il valore degli appartamenti diminuiva con il salire dei piani. Dai ritrovamenti fatti si è notato che i finimenti erano più pregiati nei piani bassi. Questo perché’ i piani bassi venivano considerati più sicuri. Più in alto si andava e più si correva il rischio di non trovare vie di fuga agli incendi o ai crolli. A quel tempo gli incendi erano frequenti, l’illuminazione, era fatta da fiamme libere, bastava poco per dar vita ad un rogo. Non a caso gli antichi romani avevano creato un corpo particolare di vigili del fuoco preparato proprio per fronteggiare questi eventi.

Oltre che spegnere gli incendi, questi pompieri, avevano anche l’obbligo di controllare quel minimo di sicurezza per evitare proprio il rischio d’incendio. Per chi non rispettava le regole, oltre alla multa, poteva configurarsi anche l’arresto. Ma quante persone poteva ospitare l’insula? Si è stimato che circa 380 persone potevano alloggiare in essa. Nulla da invidiare alle moderne case popolari. Chissà se anche la vita di questi antichi condomini era fatta come oggi di litigi. Chissà se anche loro avevano una sorta di amministratore dell’insula. Chissà se le spese di manutenzione le ripartivano per millesimi come noi e se facevano anche loro le famigerate assemblee di condominio, anzi di insula. Chissà‘.

A noi rimangono solo i resti che ci raccontano come la plebe abitava e come viveva nell’antica Roma.

Nerone secondo gli storici diede fuoco alle insule del popolo, il suo scopo era di ricostruire poi Roma più bella. Che Nerone fosse un palazzinaro? Forse no, ma oggi a Roma ci sono edifici popolari che sarebbe meglio abbattere come Corviale e il Laurentino 38 e ricostruire a dimensione umana.

di Fabio Scatolini

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