Lavori creativi e dove trovarli

Siamo cresciuti con l’idea (sbagliata) che la terra delle opportunità fosse l’America, che solo lì un perfetto anonimo può trasformarsi in un multimiliardario. Avevamo sottovalutato l’Italia, avevamo sottovalutato il M5S.

Fatte le dovute proporzioni, come negare che anche qui da noi è possibile realizzare i sogni? Magari non avremo miliardari dello spessore di Bill Gates o Jeff Bezos ma cerchiamo di essere realisti, non abbiamo nemmeno aziende come Microsoft o Amazon. Eppure noi siamo in grado di capitalizzare le nostre risorse meglio degli americani. È facile diventare ricchi avendo l’idea giusta, creando un’azienda che risponda a domande che ancora non erano state poste, è facile farlo avendo delle capacità. Quanti paesi sono in grado di trasformare uno che vende bibite allo stadio e parla a stento l’italiano in un vice-premier prima e in un ministro degli esteri dopo? O Toninelli, che avrebbe difficoltà a costruire un cubo coi Lego, in un ministro delle infrastrutture? O, ancora, uno che non è riuscito manco a vincere al Pranzo è servito in un ministro degli interni? Quanti paesi danno l’opportunità a gente che non ha alcuna attitudine, di realizzarsi e decidere i destini di milioni di persone?

È arrivato il momento di valorizzare il sogno italiano. Non che di incapaci si sia mai avuto difetto ma mai come adesso la mancanza di qualifiche era stata elevata a filosofia politica. Questo governo ci ha regalato nuove e straordinarie figure lavorative, rispondenti a questa precisa istanza.

Dapprima sono spuntati i navigator, creature mitologiche metà impiegato dell’ufficio di collocamento e metà Gianni Rodari; capaci, nell’immaginario popolare, di inventarsi un lavoro che non esiste e proporlo ai percettori del reddito di cittadinanza. La figura dei navigator, a parte le facili ironie, ha realmente permesso la collocazione di molti giovani precari nel tessuto lavorativo: i navigator stessi. Il problema sono tutti gli altri ma, d’altra parte, probabilmente in molti non l’avrebbero nemmeno accettato il lavoro proposto; quindi perché fare la fatica di cercarglielo? Se uno di mestiere fa già il boss per la malavita, per dire, ha le sue belle entrate e il suo giro, non è che gli puoi proporre di andare a imbustare sacchetti al LIDL. Non sarebbe dignitoso. Se poi i boss sono 101, ci esce anche un bel cartone animato della Disney col lieto fine.

Grazie al coronavirus i nostri maghi del creative working hanno inventato anche un’altra importante figura lavorativa: l’assistente civico.

Si son detti, la gente deve stare a rompere le palle al prossimo su Facebook e Twitter postando foto di assembramenti, di ragazzi che bevono cocktail senza mascherina (e grazi’ar’ca’), perché non convogliare queste energie in attività utili e mettere questi volenterosi cittadini a controllare davvero le persone per strada? Uno potrebbe obiettare che c’è già chi è pagato per farlo, come i Vigili Urbani. Ma i Vigili sono qualificati, hanno passato un concorso e c’è il rischio che facciano il lavoro bene, meglio qualcuno senza nessuna attitudine. Tanto per risparmiare qualche soldino, poi, qualcun altro potrebbe suggerire di utilizzare gli assegnatari di reddito di cittadinanza, anziché tenerli a casa a grattarsi la pancia percependo soldi pubblici. Ma metti che poi la proposta arrivi a uno dei boss della ‘ndrangheta sopra: ce lo vedete un boss che dice agli altri di rispettare le regole? Non sarebbe etico. Così hanno pensato di fare la cosa più sensata: un bando di 60.000 posti come volontari a stipendio zero. Ci sarà la fila.

Per chiudere questa carrellata di lavori, a cui vi propongo di rivolgere un serio pensiero, aggiungo anche i creativi del web che son quelli che si sono davvero fatti da soli, sfruttando le grandi potenzialità del nostro paese: quelli che si sono inventati il mestiere di virologi, medici e ingegneri telematici, postando semplici video su YouTube o creando apposite pagine su Facebook. Professionisti del nulla che stanno coinvolgendo masse di imbecilli in nuovi e fantasiosi movimenti complottisti contro le mascherine (i no-mask), contro il 5G (i no-5G) e contro il buon senso in generale (i no-brain). Non si sa ancora quali siano i ritorni economici ma non dubitate che ci saranno.

Il vero sogno americano è qui, è adesso. Non sprecate tempo.

di Marco Camillieri

 

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