300 morti in strada nel 2024
Il 17 ottobre sarà la Giornata Mondiale contro la povertà, ma in Italia ogni giorno muoiono più di due persone al giorno sulla strada. Senza fissa dimora, emarginati, poveri, gente che non ha più nulla. Muoiono tutti i giorni, ma la povertà è l’indigenza in cui vivevano li aveva fatti morire da anni, tra l’indifferenza altrui. La nostra indifferenza che uccide più di ogni guerra. Come accade a Gaza da oltre un anno, più di di 80 mila palestinesi innocenti uccisi dai bombardamenti israeliani. Più di 30 mila bambini, dati ONU. Eppure l’Europa rimane indifferente.
Così la povertà, uccide ogni giorno. Tutti zitti. Nessuno ricorda i poveri. Anzi sono un “difetto” da rimuovere, tacendo, non parlandone.
Le organizzazioni di volontariato che si occupano del sociale, lanciano l’ennesimo, inascoltato allarme. “Troppi morti sulla strada a causa della povertà…”.
La Fiopsd scrive: “ Deve crescere ed essere costante l’impegno di tutte le istituzioni e degli enti di terzo settore affinché la lotta alla povertà non si riduca ad esclusive azioni di assistenzialismo ma vengano sempre più programmati interventi di accompagnamento alle autonomie e di riconoscimento dei diritti a tutte le persone che oggi si trovano in condizioni di marginalità estrema”.
Le istituzioni, il governo, la politica, dice di non trovare i fondi necessari per combattere la povertà e l’emarginazione. Non è vero. I fondi ci sono, ma vengono dirottati sugli armamenti. L’Italia aumenta a dismisura le risorse per comprare armi, per armarsi fino ai denti, ma non trova pochi spiccioli per la lotta contro la povertà. È una scelta consapevole, comprare armi non pane. Comprare bombe, non case di accoglienza. Comprare aerei da combattimento, non costruire ospedali.
Mente tutto questo accade, ogni giorno muoiono persone sulla strada, sole e abbandonate. Muoiono di freddo, di stenti, di fame. Muoiono eppure potrebbero essere salvati.
La Giornata Mondiale contro la povertà deve essere una occasione per ricordare a tutti, in primis a noi, che la miseria e la fame possono essere vinte. Possono essere cancellate dal mondo. Ci vuole poco, una parte infinitesimale delle spese globali per gli armamenti sarebbe sufficiente per togliere dalla indigenza milioni di persone. Ma la guerra ha il sopravvento, anzi gli interessi legati alla guerra hanno il sopravvento sulla vita umana. Così succede che, abbiamo depositi pieni di armi, bombe e munizioni, ma non abbiamo abbastanza pane per le persone. Abbiamo tante caserme, ma non abbiamo ospedali o case di accoglienza. I poteri forti, politico-economici, legati alla produzione di armi, controllano le scelte globali, con egoismo e avidità. Si arricchiscono ogni giorno di più, ma non sono mai soddisfatti. Vogliono sempre più ricchezza da accumulare, se poi, muoiono più di 300 persone l’anno, di fame e stenti, a loro, non interessa. Non sono mai sazi, ancora non si accorgono che stanno divorando se stessi. Tra pochi anni, sarà troppo tardi per pentirsene.
Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini