Yasmine, quel grido dentro l’occhio cieco del mondo

Il suo vero nome è ora Grido, perché non sappiamo neanche se quello apparso su media e social sia quello suo vero. Dai rigurgiti d’acqua salmastra nella sua gola di bambina escono le grida di un intero continente galleggiante, transitante tra oceani e terre emerse. Il Continente Migrante, autentico volto geo-esistenziale di una contemporaneità a strabiliante livello tecno-scientifico e a umiliante ferocia amministrativa. Una massa umana più pesante delle rocce, delle sabbie, dell’aria incendiata, dei bombardamenti bellici e climatici da cui ha necessità di fuggire. Necessità etimologicamente è il non-cessare, il permanere drammatico, tragico, il non potersi sottrarre in nessun modo a un bisogno dettato dal fatto stesso di respirare. Nel grido tra le onde del buio e del Mediterraneo di Yasmine c’è tutto e anche più di questo. Che siano le corde vocali di un’undicenne, infatti, dice qualcosa di sconvolgente. Le vecchie guerre si combattevano prevalentemente fuori delle città, su fronti, trincee di campagna e di montagna, mietendo vittime soprattutto tra uomini in divisa. Poi si è passati direttamente ai civili,  bombardando indifferentemente le loro case, scuole, ospedali, trasporti, risorse alimentari, centrali elettriche, gasdotti e acquedotti. I civili, però, sono ormai diventati direttamente – i bambini. A essere sventrati nei corpi e nelle coscienze sono innanzitutto loro, tout court. Lo sterminio per guerra, fame, sete, asfissia – polmonare, mentale e ambientale – si spinge sempre più dentro l’atto stesso del nostro apparire a questo mondo. La follia nichilista sta vorticosamente raggiungendo l’apice dell’abisso.

Non importa quanto tempo precisamente Yasmine sia rimasta sull’orlo liquido del suo annegamento prima di vedere le luci, udire un motore e voci provenienti da un’imbarcazione. In altre circostanze, ciò che è successo poteva durare anche una manciata di secondi sulla soglia dell’ultimo respiro. Un’auto ti sta venendo addosso a velocità impazzita; urlando realizzi che è arrivato per te quel momento. Poi avviene come uno spostamento d’aria, di visione, uno scarto di dimensione, e l’auto passa sfiorandoti, ti tocchi e sei rimasto incredibilmente illeso, intatto, come in un presente parallelo. E cose simili a questa sono accadute a molte persone nel mondo, e chi scrive può testimoniarlo direttamente, almeno per un paio di tremende occasioni, tra quelle apparse, senza contare quelle rimaste nascoste, non viste.

È necessario scrivere chiaramente questo, perché starebbero emergendo dubbi, contraddizioni sulla dinamica del salvataggio, a iniziare dalla reale permanenza della bambina in acqua. Sembra, infatti, che Yasmine non fosse in stato di ipotermia, di avanzato raffreddamento corporeo, quando è stata soccorsa e issata a bordo, messa in salvo dalle onde del Mediterraneo. Cosa impossibile se – rimanendo a quanto raccontato dalla stessa Yasmine – è stata per un giorno, una notte, forse di più in acqua aggrappata a due grosse camere d’aria. In realtà non avrebbe potuto sopravvivere più di quindici ore con la temperatura di 18 gradi che in quei giorni centigradi aveva il mare, per di più sferzato da onde e venti. I medici, però, mettono l’accento sullo choc subito dalla bambina e il derivante stato confusionale, di percezione distorta del tempo, in cui quasi certamente era alla deriva.

D’altronde non rimarrebbe altro di assurdo da ipotizzare come un finto salvataggio della ONG tedesca Trotamar III che solcava in quel preciso momento le acque a largo di Lampedusa. La realtà è che quel grido c’è stato, perché ce ne sono stati, ce ne sono, e continueranno ancora a essercene sulle rotte di quella disperazione liquida. Solo che questa volta la voce di una bambina dentro il buio della notte, quale emblema dell’occhio cieco del mondo, ha materializzato, lasciato emergere la sincronia perfetta, ossia fuori del tempo, con la luce di un orecchio tra le onde che esistenzialmente le corrispondeva. Perché c’è sempre una luce flebile in fondo all’abisso in noi. Ed essa può prendere le sembianze, l’aspetto di situazioni, cose, persone salvifiche particolari, transitorie. Una piccola stella baluginante, ma permanente, che niente può spegnere mai del tutto. La voce Yasmine da oggi continuerà a testimoniarlo dentro l’occhio cieco del mondo, per smentire le atrocità della sua follia distruttiva.

Riccardo Tavani