Quando l’informazione non rispetta la realtà

Non possiamo non sentirci responsabili di come le nostre informazioni vengono recepite.

Si è preso una pausa di riflessione, l’eretico. C’è nel mondo di oggi, dovunque, un abisso tra le realtà e la loro percezione a livello di massa. Un abisso del quale, sembra giusto ammetterlo, i mezzi di informazione hanno spesso responsabilità.

Ha sentito, l’eretico, un direttore di giornale che invitava a non dare un euro a quei disgraziati bengalesi che vi aiutano a scaricare il carrello ai supermercati, perché con quei soldi sono state comprate le armi che hanno ucciso a Dacca i nostri nove connazionali.

E si chiede, l’eretico, se potrà mai esistere nella realtà un mondo dove “buongiorno significa veramente buongiorno”, senza volare sulle scope come in “Miracolo a Milano” . Un mondo dove “il vostro linguaggio sia sì sì, no no” non rappresenti soltanto una frase del Vangelo, ma sia una regola costante nel rivolgersi alla gente.

Ad esempio in modo che, lo teme l’eretico, non si voglia  che la comunicazione: “Equitalia sarà eliminata entro l’anno” non sia interpretata come una eliminazione delle tasse. O che “per essere più vicini ai cittadini” non nasconda la possibilità di privatizzazioni con esattori del giglio magico, amici per gli amici ed inflessibili con tutti gli altri.

Ma tutto il mondo è comune, pensa l’eretico, riflettendo sulla notizia di questi giorni del buco dello IOR di trecento milioni di euro e sulla contemporanea promulgazione del “motu proprio” papale “I beni temporali” che ha il compito “di assicurare una distinzione netta ed inequivocabile tra il controllo e la vigilanza, da una parte, e l’amministrazione dei beni, dall’altra”..

E’ probabile che detto documento, lo crede l’eretico (chiedendo scusa delle virgolette semplificative), sia un atto contro che la resistenza sorda che i conservatori della “Istituzione Chiesa Cattolica” conducono contro la “Assemblea dei Cristiani per il Nuovo Umanesimo”. Quella resistenza che fa ancora allontanare i tempi per la riforma della Curia, o quelli delle decisioni su Medjugorje, o dell’istituzione della Commissione per il diaconato femminile…

L’eretico è convinto che il nuovo portavoce vaticano, Greg Burke, e la sua vice, Paloma Garcia Ovejero (una donna a quel livello, mai successo nella storia vaticana!) dovrebbero non essere neutrali in questo scontro, per un futuro con più attenzione alla comunicazione di massa. Anche perché i nominati si esprimono in più lingue (italiano, inglese e spagnolo – e la Garcia Ovejero anche in cinese) e possono contare su un’ampia esperienza di giornalismo. Sempre che tutto possa risolversi con il linguaggio del “sì sì, no no”…

A commento del successo del M5Stelle alle ultime elezioni amministrative, ha notato con sorpresa l’eretico, il Corriere della Sera ha titolato “Rivoluzione borghese”. Come se in Italia, dopo i venti anni del pregiudicato di Arcore e le rottamazioni e le riforme renziane, ci fosse ancora bisogno di borghesia, e non di una giustizia sociale nei confronti degli ultimi e dei lavoratori che con dignità e fatica sono il vero puntello dell’economia nazionale.

Ma forse il titolo sottendeva cripticamente una speranza, che la protesta di quel voto fosse incanalata su binari tranquilli, che non contenesse posizioni come quelle del Podemos spagnolo.

Con l’eretico che invece se lo augurerebbe, anche se finora ha sentito parlare di onestà, più che di problemi degli ultimi, della povera gente. E  pensa che sia necessario intervenire subito per una giustizia sociale, se addirittura la signora Theresa May, nuovo premier in Gran Bretagna, partito conservatore, ne ha parlato alla sua gente: “non pensiamo ai potenti, siete voi la priorità delle tasse, non i ricchi!”… Sempre che quelle parole non abbiano il senso di un’Inghilterra forte come quella di Margaret Thatcher!

C’è una cosa, delle vicende inglesi, che è molto piaciuta all’eretico. E cioè la rapidità con cui, dopo il Brexit e le dimissioni di del premier Cameron, si è arrivati alla scelta di Theresa May (e questo  nonostante l’esistenza di più candidature).

Perché, si è chiesto, l’eretico, cosa succederebbe qui in Italia? Anche noi ad ottobre dovremmo avere il referendum sulle riforme costituzionali (il condizionale è d’obbligo, perché sulla data ancora non c’è certezza, tra vicende post Brexit, possibili spacchettamenti dei quesiti ed altro).

E per esso l’ex sindaco di Firenze, in caso di vittoria del no, ha dichiarato (o minacciato o fatto sperare) di ritirarsi a “vita privata”. E accanto alle conseguenti dimissioni del governo, ha detto che anche il Parlamento avrebbe dovuto prenderne atto (anche qui, linguaggio criptico, visto che lo scioglimento delle camere, è ancora prerogativa del Presidente della Repubblica).

Che il Parlamento possa essere sciolto, pensa l’eretico, non c’è pericolo (o speranza, o probabilità, fate voi). Non si rinuncia così facilmente ad una posizione, ad uno stipendio, ad una sicurezza a fronte delle incertezze di una non sicura ricandidatura. Senza che si abbiano certezze sul sistema elettorale, visto che il cosiddetto Italicum ha buone possibilità di essere dichiarato incostituzionale.

E allora? Si aprirebbero,è evidente per l’eretico, quanto di prassi, e cioè le consultazioni del Presidente della Repubblica con le cariche istituzionali e con i partiti. E in esse, l’unica cosa certa, sarebbe la richiesta di nuove elezioni del M5Stelle.

E, visto che “vita privata” sembra non significhi lasciare la posizione di leader del partito (successivamente è stato precisato che ci vorrà un congresso), l’ex premier, da segretario Pd,  potrebbe riproporre se stesso,  o qualcun altro del giglio magico.

O magari rendere esplicita la formazione del partito della nazione con Alfano e Verdini.

O proporre un governo di larghe intese, magari con Enrico Letta, dicendogli ancora “stai sereno”.

Ma forse il Presidente della Repubblica troverebbe più saggio pensare ad un governo “di scopo”, con l’incarico di una realizzare una nuova legge elettorale che cancelli l’Italicum, se mai la Corte Costituzionale dovesse farlo passare, e con essa andare a nuove elezioni…

Se prevalesse il sì, ne è sicuro l’eretico, continuerebbe il governo delle promesse, dei discorsi ad effetto, dell’informazione asservita. Per successivi governi nominati da un parlamento di nominati e di  acquistati in nome della stabilità.

Come quella in TV, rai 3 del 14 luglio. Che ha parlato di “recessione ormai finita”. A fronte della quale l’Istat ha riscontrato la cifra più alta dal 2005 di “povertà assoluta: 4milioni e 560 mila persone”. In Italia, oggi.

Se prevarrà il no (come spera l’eretico, che si impegnerà con tutte le forze per la sua affermazione), saranno possibili tutte le soluzioni di governo viste sopra. Che peraltro, anche le meno gradevoli, sarebbero tutte all’interno della Costituzione nata dalla Resistenza  e non delle squallide modifiche di una maggioranza raffazzonata.

L’eretico

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