La difesa contro chi o che cosa?

Il non-senso di alleanze e riarmo.

Ogni paese ha un suo esercito, perché ogni paese deve pensare almeno alla sua difesa. Alcuni paesi, come il nostro, dovrebbero ripudiare la guerra d’offesa e la risoluzione di controversie internazionali con la forza, quindi non dovrebbero che pensare a salvaguardare i “sacri confini del suolo patrio”. Tutto questo spesso viene messo in pratica attraverso alleanze tra paesi, con l’obbligo di mutua assistenza in caso di aggressione. Allora, come mai i paesi non-guerrafondai ogni tanto si trovano invischiati in certe guerre, che nulla hanno a che fare con la propria difesa (o dei suoi alleati)? Fondamentalmente dipende dal tipo di alleati cui questi paesi sono legati, nonché da eventuali “legittime difese putative” verso questi. E quando la salvaguardia degli interessi (economici e/o politici) di certi alleati, coincida con la giustificazione ad un intervento, quanto senso ha l’alleanza stessa? Indimenticabile la farsa della provetta agitata durante l’assemblea generale dell’ONU, teorica prova di una minaccia infondata che ha fatto “giustificare” una guerra: quella che fu un’invasione ha spalancato l’accesso al petrolio iracheno, ma ha resa evidente la domanda a chi giovino certe coalizioni. Ad ogni modo, non essendo mai il momento adatto per mettere in discussione il Patto Atlantico, si arriverà al 2024 con l’Italia dovrà portare il suo impegno militare dall’attuale 1,6% del PIL al 2,0%. Questo dovrebbe portare la spesa militare dagli attuali 25 miliardi di euro a circa 38 miliardi, il tutto in un paese in cui (anche a causa dell’enorme evasione fiscale) le risorse dello Stato per il Welfare sono piuttosto scarse. Eppure, se nel bilancio del nostro paese quei 13 miliardi di differenza fossero usati per gestire meglio la sanità pubblica, forse la prossima pandemia non ci coglierebbe impreparati. E se quei 13 miliardi fossero usati anche per finanziare la lotta all’evasione fiscale, il ritorno per lo Stato sarebbe ben più alto e si potrebbe consentire anche una migliore istruzione dei cittadini, un’età pensionabile meno assurda, una lotta più serrata alla delinquenza, ecc…

Se non ci fosse la tragedia del popolo ucraino, il paradosso dell’esistenza della NATO potrebbe anche fare sorridere: la mutua difesa nei confronti dell’Unione Sovietica e del Patto di Varsavia, ora che non esiste più né l’URSS, né la sua coalizione militare, potrebbe scatenare un confitto mondiale, sebbene nessun paese del Patto Atlantico ad oggi risulti direttamente minacciato. E’ fuori di dubbio che la Russia sia il paese aggressore, che ha invaso l’Ucraina adducendo alla sua “denazificazione” e alla necessità di dover arginare la deriva omosessuale (!). Ma quale credibilità possono avere gli Stati Uniti che hanno invaso l’Afganistan per combattere il terrorismo (mentre Bin Laden si nascondeva in Pakistan…) e aggredito l’Iraq per abbattere un dittatore e cercare le “armi di distruzione di massa” (mai trovate) che ci minacciavano, esportando la democrazia…con le bombe…? Ammettendo pure tutte le tesi americano, ovvero che Putin sia solo un pazzo guerrafondaio e che gli Stati Uniti non usino mai le armi per i propri interessi, la domanda da porsi è: la guerra è davvero l’unica opzione possibile? La verità è che per i paesi pacifici e pacifisti, non dovrebbero avere dei nemici; semmai gli unici potrebbero essere rappresentati da coloro che spingono al riarmo, alla contrapposizione di eserciti “per mantenere la pace”, perché costoro sono i nemici dell’umanità. La verità è che se le armi vengono costruite ed ammassate negli arsenali, prima o poi verranno usate e, in caso di mancanza di un nemico vero e proprio, prima o poi ne verrà creato uno per utilizzarle. Questa è follia.

Al di là dell’assurdità logica dell’aumentare le spese militari nel perdurare della pandemia da Covid-19, c’è da chiedersi se con gli attuali legami economici tra paesi (in cui tutti sono partners commerciali di tutti) abbia ancora senso contrapporsi quali nemici. Basti pensare che la Russia che se sospendesse le forniture di Gas e Petrolio tanto male potrebbe fare all’occidente, non ha nessuna convenienza a farlo: continua a rifornire i suoi nemici, tra l’altro anche rassicurandoli che non sospenderà nulla. Forse se coi paesi post-comunisti, oltre al benessere noi europei avessimo condiviso un po’ di quella cultura pacifista, di quella retorica utopistica, che hanno garantito più di mezzo secolo di pace, tra paesi storicamente sempre in guerra tra loro, non ci sarebbe mai stata l’invasione dell’Ucraina. Certo, a questo punto sembra assurdo parlare di disimpegno atlantico e di riduzione della spesa militare, ma credo sarebbe giusto cominciare a porsi il problema, per quando questa crisi sarà finita.

di Mario Guido Faloci