La pandemia della disuguaglianza
Senza redistribuzione della ricchezza si creano nuove e più acute povertà. Con la pandemia i ricchi sono diventati sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Il rapporto Oxfam è un pugno nello stomaco: il sistema affama i deboli e arricchisce l’élite. “Allorché le ricchezze si restringono in poche mani, allorché pochi sono i ricchi e molti gli indigenti, questa felicità privata di poche membra non farà sicuramente la felicità di tutto il corpo, anzi…ne farà la rovina”, così si esprimeva Gaetano Filangieri nel 1780. La disuguaglianza economica è stata ulteriormente acuita dalla pandemia. Nel corso di questi due anni di pandemia, i dieci uomini più ricchi del mondo hanno più che raddoppiato i loro patrimoni passando da 700 miliardi a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15 mila dollari al secondo. Si, 15 mila dollari al secondo, questo l’incremento delle loro ricchezze, calcolato dal rapporto Oxfam.
Nello stesso periodo a causa della pandemia, 163 milioni di persone sono cadute in povertà, ovvero vivono con meno di 5 dollari al giorno. “La pandemia della disuguaglianza” questo il titolo dato al rapporto, ci apre gli occhi su come i governi del mondo hanno gestito l’emergenza in modo disuguale, favorendo le grandi multinazionali, lasciando indietro milioni di persone. Lo hanno fatto scientemente, sciogliendo economia del profitto e del capitale, senza tenere conto delle proposte della economia di Francesco. Proposte fatte da giovani economisti riuniti ad Assisi un paio di anni fa su come redistribuire la ricchezza per avere un mondo più giusto.
Un mondo dove l’unica soluzione per combattere la povertà è istituire un reddito universale di cittadinanza. Le proposte di Papa Francesco sulla equità, l’uguaglianza e la fratellanza, sono l’esatto opposto di quanto avvenuto e certificato dal rapporto Oxfam. Un esempio spaventoso, nei primi mesi della pandemia, il surplus patrimoniale di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, pari a +81,5 miliardi di dollari, equivale al costo completo stimato della vaccinazione per l’intera popolazione mondiale. Il rapporto Oxfam, ci dice anche che, in questo momento, i dieci super-ricchi detengono una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, cioè 3,1 miliardi di persone.
Questa è disuguaglianza. Questo dato è la “pandemia della disuguaglianza”. Non è una novità, ma è chiaro che la pandemia ha accelerato la folle corsa di un sistema economico che alimenta una disparità feroce. Un modello palesemente non più sostenibile che consente e incoraggia la ricchezza di pochi a scapito dello sfruttamento e impoverimento di tanti. In questo contesto, i divari economici si trasformano in disparità sanitarie: ogni 4 secondi una persona muore per mancanza di accesso alle cure, alla sanità, per le conseguenze della crisi climatica, per fame, per violenza di genere.
Scrive Oxfam: “Più che raddoppiato il patrimonio dei dieci più ricchi, poveri aumentati come mai prima. E ora la disparità nell’accesso ai vaccini prolunga la pandemia”. Prolungando la pandemia, aumenta la ricchezza di pochi. I settori farmaceutici sono quelli che hanno tratto beneficio, aumentato i profitti e non redistribuito nulla. La logica del profitto su tutto. Sulla pelle di miliardi di persone. Hanno rifiutato la sospensione dei brevetti chiesta da più parti. I monopoli detenuti da Pfizer, BioNTech e Moderna, hanno permesso di realizzare profitti per mille dollari al secondo creando di fatto cinque nuove società miliardarie, ma meno dell’1% dei loro vaccini ha raggiunto le persone nei paesi poveri a basso reddito, dove è stata vaccinata solo il 4,81% della popolazione. Tutto questo avviene per un sistema economico che anziché tutelare, affama le fasce più deboli della popolazione, arricchendo vergognosamente una ristretta élite di super-ricchi.
È giunto il momento di un grande movimento universale, come propone Papa Francesco con l’enciclica “Fratelli Tutti”, che scuota le coscienze e metta al centro della economia la redistribuzione delle ricchezze, che consideri la proprietà privata, secondaria al bene comune, che preveda un reddito universale di cittadinanza, in pratica che ci faccia sentire “fratelli tutti” figli di una unica Grande Madre.
di Carlo Faloci e Claudio Caldarelli