Sciopero generale? Si!!!

Si allo sciopero generale. Si allo sciopero generale del 16 dicembre proclamato da Cgil e UIL. La Cisl si defila. Si mette da parte. Dalla parte del governo e della Confindustria. Sciopero generale contro la legge finanziaria, contro il dare ai ricchi per togliere ai poveri. Contro la logica aberrante del mercato e del PNRR che aiuta chi non ha bisogno e toglie ha chi non arriva a fine mese. È ora di dire basta. E la CGIL insieme alla UIL dicono basta. Le ragioni sono molteplici e tutte valide. La legge di bilancio del 2022 è un documento sconsolante, frutto delle mediazioni tra i partiti di destra, di sinistra e di centro. Senza risposte alla crescita delle disuguaglianze, del lavoro precario, alla insostenibilità sociale (non finanziaria) del nostro sistema previdenziale. Un esempio per tutte: poche persone percepiscono pensioni d’oro, cioè altissime, decine di migliaia di euro al mese. E ci sono tantissime persone che percepiscono pensioni da fame, faticano per arrivare a fine mese, cioè poche centinaia di euro al mese. Un divario spaventoso che genera disuguaglianza, povertà, esclusione, emarginazione.

È una legge senza anima, la finanziaria del 2022, di gestione del quotidiano, in attesa delle elezioni, del trasferimento al Colle di Draghi. Una legge che naviga a vista, non ascolta le grida di aiuto di coloro che affondano, non aiuta gli anziani che rovistano nei cassonetti o raccolgono le verdure marcire nei mercati rionali. Una legge, la finanziaria del 2022 che invece di arginare le disuguaglianze ( cresciute a dismisura negli ultimi anni) il Governo intende varare. Così come la riforma fiscale che da spiccioli ai più poveri e una mancia sostanziosa ai più ricchi. Ci guadagneranno i ricchi e i super ricchi. La forbice della disuguaglianza si aprirà ancora di più. I privilegi dell’1% più ricco del paese non vengono toccati. Allora è giusto dire si allo sciopero generale di Cgil e Uil. È giusto aderire, partecipare, manifestare, scendere in piazza per sostenere una richiesta di riequilibrio che restringa la forbice della disuguaglianza. Questa legge di bilancio, introduce, invece, elementi regressivi e punitivi per i più poveri. Non si argina il lavoro precario. Non si stabilisce la paga minima oraria. Non si combatte l’evasione fiscale. Non c’è una misura sugli ammortizzatori sociali. Ma ciò che sconcerta è lo stupore delle forze politiche, ormai asssuefatte alle politiche di Draghi, che non prestano attenzione e non sostengono lo sciopero generale di Cgil e Uil. Ma il 16 dicembre sarà lo spartiacque, in cui sarà chiaro una volta per tutte da che parte ci si colloca: con i ricchi o con le lavoratrici sottopagate, con i poveri che non hanno nulla, con i pensionati che non arrivano a fine mese, con i giovani precari o con gli sfruttati nei campi a meno di tre euro l’ora. Sarà chiaro se ci sentiamo parte di una grande famiglia in cui siamo tutti fratelli.

Sarà chiaro che la crescita del Pil non si traduce in una crescita dell’occupazione stabile e di qualità. In una diminuzione della disuguaglianza sociale, in una migliore distribuzione della ricchezza, in investimenti per la scuola, la ricerca e la salute pubblica. La tanto decantata crescita dei consumi, altro non è che un altro dato della enorme forbice della disuguaglianza, che non tiene conto di chi non consuma perché non ha reddito sufficiente per il quotidiano. Le famiglie non reggono più i costi necessari ad una vita decente. Nel nostro paese continuano a crescere i miliardari e l’accumulazione di ricchezza, mentre peggiorano le condizioni di tutti gli altri. Lo sciopero generale rimette al centro della discussione politica il rapporto tra ricchezza e povertà, tra accumulazione e redistribuzione, tra solidarietà ed egoismi. Questo sciopero generale rimette in discussione in nostro modo di essere e di sentire, per riaffermare il diritto universale alla fratellanza, alla uguaglianza per la liberatà.

di Carlo Faloci e Claudio Caldarelli