L’amore che manca

Luca

Amore è “proteggere”, è cura attenta e discreta. E’ ‘sollevare’ e ‘risparmiare’, soprattutto quanti faticano a risparmiarsi per senso del dovere o per eccesso di narcisistica leggerezza.

E, allora, da parte di chi da queste pagine non ha risparmiato critiche dure ed aspre a Silvio Berlusconi e alla sua compagine politica, in queste ore delicate – che seguono l’intervento a cuore aperto cui il leader di Forza Italia è stato sottoposto al San Raffaele, per la sostituzione della valvola aortica – giungano i più fervidi auguri di una pronta e celere ripresa, ma anche la solidarietà per l’assenza di quell’amore autentico che pare mancare, cronicamente, in molti di quelli che lo circondano.

La stampa ha dato notizia dello sfogo della figlia Marina, contro il ‘cerchio magico’ che si è stretto ultimamente attorno a Berlusconi: “lo avete spremuto, ora basta con mio padre”, avrebbe tuonato la figlia maggiore.

Da un lato la tempra dell’ex-cavaliere, personalità impossibile da ridurre a più miti consigli, dall’altro certa sua edonistica generosità, probabilmente non hanno facilitato il compito di quanti avrebbero dovuto tutelarlo, dopo i segnali inequivocabili di un grave, personale, affaticamento.

La verità, del resto, è che certe compagnie ce le scegliamo. E quella di Silvio Berlusconi, uomo che subisce i soprusi e le incapacità della sua ‘corte’ è una vulgata che non corrisponde alla realtà.

Oggi, dobbiamo implicare un senso ancor più profondo nella solitudine che attanaglia – dopo la lunga stagione di vittorie politiche – l’anziano leader, colto da sconfitte politiche e giudiziarie che ne hanno minato l’animo, oltre che la salute.

E’ una solitudine, quella del sovrano senza più regno, che rende fragili e vulnerabili e che, al contempo, favorisce le insidie di cortigiani servili e senza scrupoli, pronti a cogliere insperati vantaggi dell’ultima ora.

Il nostro augurio è che Silvio Berlusconi, ripresosi dall’ennesima battaglia – dopo il tumore alla prostata, l’uveite, il lancio di una statuetta che lo centrò in pieno volto – abbia il tempo e il desiderio di scoprire il calore dell’amore, partendo da una riflessione che non può più sfuggire alla sua intelligenza e alla sua condizione. Se l’amore non c’è, è perché non ha valore. Per avere amore –  quello filiale, quello coniugale, quello amicale – il prerequisito è dargli valore. Se l’amore non si vede e non si sente; se tutto, anche l’amore, serve ad ‘altro’ e finisce con l’avere un prezzo, allora l’amore non esiste. Perché questa è la lezione della vita: dove non serve l’amore sfiorisce.

di Luca De Risi

Print Friendly, PDF & Email