Una mattina si son svegliati

Lunedì 20 gennaio. Inizia l’ultima settimana di passione prima del voto amministrativo in Emilia Romagna. Il meteo locale prevede precipitazioni isolate sugli Appennini. La raccolta differenziata calendarizza il ritiro di vetro, ferro e barattolame. Sui social Salvini impazza: selfa, posta, bacia, dichiara, invoca. Per essersi autodenunciato alla giunta per le immunità del Senato sul caso Gregoretti chiama alla correità milioni di italiani. Muoia Sansone con tutti i Filistei.

Martedì 21 gennaio. Oggi si smaltisce la carta da buttare. Le temperature sono in calo, nuvole in cielo ma tempo asciutto. La giornata elettorale inizia all’insegna di un digiuno solidale col leader della Lega. Chi sta con lui oggi non mangia. Non mangia neanche lui, ma nell’urgenza di rendere conto al popolo della sua efficienza, Salvini al quartiere Pilastro di Bologna citofona a una famiglia tunisina: “è vero che spacciate?” Davanti a una truppa di guardoni e figuranti, giornalisti poliziotti e militanti, in una manciata di secondi riesce a violare la privacy, la dignità e la vita privata di un ragazzo minorenne.

Mercoledì 22 gennaio. Il ciel s’abbella sia sull’Emilia che sulla Romagna, finalmente posso andare in bicicletta. Sui portoni i secchi dell’immondizia covano gli avanzi di cucina: il mercoledì è il giorno dell’ “umido”. Mancano soltanto quattro giorni al voto e la campagna elettorale di Salvini si fa sempre più frenetica. Come una scheggia impazzita il Matteo della Lega schizza dalla Calabria alla pianura padana senza prendere fiato, senza prendersi il tempo per capire che differenza c’è tra un emiliano e un romagnolo, tra un tortellino e un cappelletto, tra una “punta” di parmigiano reggiano e una di grana padano.

Giovedì 23 gennaio. Il vetro dell’automobile è coperto da un velo di ghiaccio. Da quando si vota in inverno? Per strada fioriscono innumerevoli  sacchi di plastica da smaltire.La plastica è un’emergenza planetaria, ma noi siamo presi dalle guerre locali. A Bibbiano si fronteggiano Salvini e le Sardine. Da una parte va in scena il comizio clou della campagna elettorale del Centro-destra, dall’altra le Sardine organizzano una vera orchestra di piazza tra musica ed arte. Sono in cinquemila a cantare Bella ciao in piazza Bibbiano, ad applaudire Salvini sono soltanto mille militanti.

Venerdì 24 gennaio. Inizia il week-end all’insegna del brutto tempo: pioverà. Inquietanti notizie arrivano dalla Cina: milioni di persone rischiano di contrarre un virus contro il quale non esiste un vaccino, città intere vengono messe in quarantena. Ultimo giorno di campagna elettorale e ultimo giorno di raccolta differenziata per  buttare tutto quello che in settimana non si è potuto riciclare. Salvini, inseguendo il sogno di Palazzo Chigi, le prova tutte: scrive 61 tweet,, interviene in due dirette tv, fa sei dirette facebook, partecipa a otto incontri sul territorio. E’ pronto per la spallata finale.

Sabato 25 gennaio. Piove una pioggia leggera, bagna le strade e i sampietrini tra la via Emilia e il West. Ci si trova sotto i portici per un aperitivo, si parla di silenzio elettorale, di voto disgiunto e di sondaggi . Salvini sembra avere la vittoria in tasca, c’è apprensione tra le file delle Sardine.”Chissà, chissà, domani…su che cosa metteremo le mani…”

Domenica 26 gennaio. Gli emiliani e i romagnoli una mattina (questa mattina) si son svegliati. L’affluenza alle urne è alta e il buon governo di Bonaccini viene ampiamente confermato. La Politica nel senso più alto del termine non è finita. La politica degli slogan, delle frasi da bar sport non ha vinto, ha vinto invece una Regione civile e democratica. Il pensiero che esista un argine al populismo – oggi- è quasi struggente.

di Daniela Baroncini

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