Foglie al vento in Una Sterminata domenica

Il film italiano dell’anno è senz’altro quello di Paola Cortellesi, attrice protagonista e regista di C’è ancora domani. Con i suoi più di 31 milioni di euro, si colloca al quinto posto degli incassi nella storia del nostro cinema, superando anche quello di Roberto Benigni La vita è bella, tre Premi Oscar nel 1999. Incontrandola a un’anteprima alla Casa del Cinema di Roma le ho detto: “Come tua opera prima gli ha doto proprio una bella botta, Paola!”. Non immaginavo però neanche io sarebbe stata tanto forte.

Avendo qui già positivamente scritto del film di Alice Rohrwacher La Chimera, al momento mi limito a segnalare soltanto altri due film per me folgoranti. Semmai, poi, ne riparliamo a gennaio, innanzitutto con quello di Wim Wenders ambientato in Giappone Perfect Days.

Il primo film di cui mette conto parlare ora è senz’altro quello del finlandese Aki Kaurismäki Foglie al vento. Scrive sinteticamente sui social il mio amico grande cinephile Marco Castrichella della videoteca Hollywood tutto sul Cinema, in Via Monserrato, 107 a Roma: “Un cristiano e un cane per Kaurismäki, a Natale”. Si riferiva a sé stesso e al suo cane in sala al buio con lui davanti allo schermo. Riferendoci invece al film, aggiungo invece io: “Anche una cristiana che se li prende dalla strada tutti e due, ossia un cane e un uomo”. Uno sfondo da persistente sfruttamento padronale alla Ken Loach, ma in un racconto più asciutto, essenziale e profondo poeticamente, esistenzialmente. Un’ambientazione da anni ‘50 del secolo scorso, ma con i modelli di radio di quell’epoca che rovesciano incessanti notizie sulla guerra in Ucraina di oggi. Uno sfalsamento temporale da “C’era una volta tanto, tanto tempo fa”, ossia da favola di questi nostri drammatici giorni. Con un protagonista che richiama volto e fisico di James Stewart e un finale in campo lungo da Chaplin senza il suo mitico bastoncino, ma con le stampelle ortopediche. Scrive ancora Marco Castrichella: “E sono entrato in sala senza sapere nulla di… Chaplin. La meraviglia del cinema è infinita. Tempi moderni oggi: che film!”. Condivido. 

L’altro film è Una sterminata domenica, di Alain Parroni, Premio della Giuria Orizzonti al Festival di Venezia 2023. Prodotto da Fandango, Rai e Wim Wenders si è visto poco o niente nelle sale italiane, ma è sperabile che la distribuzione bussi più forte e gli esercenti cinematografici aprano, anzi spalanchino la loro programmazione al talento già pienamente maturo di questo giovane regista, aprendo così anche al diritto che ha il pubblico a entrare in contatto e scambiare reciproca sensibilità con quest’opera originale e originaria. Si tratta, infatti, di una regia sorprendente, travolgente, già pienamente matura. Pur essendo solo un’opera prima, un racconto squisitamente per immagini, sperimentale, contemporaneo, è già un — classico da cineteca imprescindibile. Una narrazione pasoliniana 4.0. Una ragazza e due ragazzi, le periferie romane raccontate con il linguaggio discontinuo per immagini in frammenti esplosivi di oggi. Se fosse durato di più (1h50), sarei rimasto a guardarlo travolto tutta la notte, anche da solo, dentro la sala. Un film davvero infinito, d’una bravura — sterminata! Dietro Alain Parroni si è cementata una eccellente squadra di altri giovani che agisce come un dinamico collettivo operativo d’arte. Uno dei ruoli più determinanti sul set che hanno dovuto fare accettare alla produzione è stato quello inedito di Art Director. Ruolo svolto da Flaminia Gentili, la quale ha dovuto sorvegliare e garantire la qualità e la coerenza stilistica di ogni singola inquadratura, sequenza, scena, luogo, luce delle riprese e molto altro. Grazie alle due altrettanto giovani leve della critica cinematografica Fiaba Di Martino e Luca Arcangeli per averlo proposto, averne curato la proiezione e l’incontro con regista e troupe a Roma Cinema Farnese.

Riccardo Tavani

 

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