Il caso Consip e il Renzismo. Un nuovo giro di giostra.

Ciò che sembra venir fuori dall’inchiesta sulla Consip è che tutta la faccenda della rottamazione era finalizzata al potere per il potere. Mera occupazione dei posti di comando. Come dire, ora è il nostro turno, facciamoci un giro e finchè dura ci divertiamo un pò anche noi. Poi, male che vada, abbiamo fiducia nella magistratura, per dirla alla Altan. Negli Anni ’80 della Milano (e dell’Italia) da bere, a dettar legge era la cricca meneghina di Craxi & co., oggi quella fiorentina. Ma nella sostanza nulla cambia. Il potere logora chi non ce l’ha, diceva qualcuno che perlomeno fu abile a non lasciarselo scippare e se lo tenne stretto per mezzo secolo. I personaggi di questa vicenda, invece, sembrano accontentarsi di molto meno. Un giro di giostra e poi giù dal cavallino, spazio agli altri bambini. La filosofia scout non tradisce. Che poi – a detta del legale di Alfredo Romeo – se corruzione c’è stata fu marginale. E in effetti come dargli torto. Una dazione occulta di 100.000 euro in cinque anni in fondo è poca cosa, almeno in termini relativi. Dai fiumi di miliardi che irroravano la Prima Repubblica ai furti di galline nei pollai di Rignano sull’Arno: già questa è una conquista. Ma il brivido del potere travalica l’oggetto.

In questo caso – stando alle accuse – sembra si trattasse del potere di avere dritte sugli appalti da spifferare in anteprima all’amico di un amico. Ma con l’amicizia, quella vera, questa faccenda non ha nulla a che vedere. E nemmeno con la fede, anche se babbo Renzi va spesso a Medjugorje in pellegrinaggio, e – lui dice – l’unico colloquio che ebbe con Marroni, ad della centrale unica degli acquisti ed ex-assessore alla Sanità della Regione Toscana, aveva come oggetto l’apposizione di una madonnina fuori l’entrata dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. Che carino! Come può averci solo sfiorato la tentazione di credere che gli interessi fossero ben altri. Come interessato era l’incontro che – secondo i pm – Tiziano Renzi, Alfredo Romeo e Carlo Russo avrebbero avuto in una trattoria della Capitale. Anche questo è segno dei tempi. Dai palazzi romani del potere alle bettole di Trastevere con le tovaglie di carta (ma a Roma esisteranno ancora ?). L’innamoramento di Renzi figlio per la Consip, del resto, era noto. Non diciamo sospetto perchè, insomma, gli argomenti a supporto erano sacrosanti. Con gli acquisti che passano di lì si risparmia, e una siringa costa uguale da Pinerolo a Marina di Ragusa. E’ vero. Ma in ogni caso è giusta la “cresta” ? E’ un premio ? Discutiamone. E magari tassiamolo.

di Valerio Di Marco

Print Friendly, PDF & Email