Diritti umani e disumani. A volte trovati o negati da una stretta di mano

“Chi oserebbe negare che nella età dei diritti, che diciamo essere la nostra e che ha proclamato la felicità non come compito morale dell’uomo virtuoso, secondo l’etica antica, ma niente di meno che come diritto universale: chi oserebbe negare che la povertà, l’analfabetismo, la schiavitù, la violenza, le persecuzioni, la tortura, le sparizioni dei non integrati e degli oppositori, le migrazioni forzate, l’ammassamento di milioni di persone in slum e bidonville, lo sfruttamento, le desertificazioni, siano oggi diffusi su larga scala e, sommandosi, colpiscano innocenti in misura che forse mai si è conosciuta in passato? Oppure, chi potrebbe non vedere che la fame e la denutrizione ogni anno condannano milioni di persone a morti anonime e miserabili, in un olocausto che nessuno ha mai calcolato e che, probabilmente, non ha precedenti? E’ uno scempio di vite, di culture, di dignità che colpisce in massa innanzitutto neonati e bambini che talora si fanno sopravvivere per essere cavie o produttori di organi; uno scempio al tempo stesso scandaloso e fisiologico, in un mondo in cui quelle estreme privazioni di diritti funzionano come valvole di sfogo che alimentano le sue contraddizioni”. Scrive così Gustavo Zagrebelsky nel suo ultimo libro “Diritti per forza” edito da Einaudi.
I governi, i politici, le Istituzioni Internazionali, discutono di diritti negati, impegnano fondi per trattati e protocolli, ma poi nei loro paesi, i diritti sono negati, vengono promulgate leggi che offendono la dignità delle persone, la Bossi-Fini è una legge dello Stato italiano ed è attualmente in vigore. Però abbiamo firmato il trattato dei diritti universali dell’Onu. I figli dei migranti che nascono sul suolo italiano non vengono riconosciuti come italiani. Facciamo parte di tutti gli organismi internazionali, ma poi non applichiamo le soluzioni che quegli organismi adottano. Discutiamo di fame, ma affamiamo intere popolazioni, e anche milioni di pensionati ai quali viene riconosciuto il diritto alla pensione ma non il diritto a sopravvivere. Garantiamo il diritto alla sanità, ma poi per una visita specialistica si deve aspettare dai tre a cinque mesi, pagando un ticket che è più alto della prestazione richiesta. Diritti concessi per poi essere negati.
I paesi sviluppati, quelli del G8, si fanno la facciata ad ogni incontro annuale, dove i capi di Stato si fanno fotografare che si stringono le mani e sorridono per aver concesso qualche milione di euro per la lotta alla fame, ma poi sono pescecani e utilizzano le speculazioni finanziarie per far salire alle stelle i prezzi dei generi alimentari, togliendo ciò che avevano concesso nella foto con il sorriso. Triplicano i prezzi dei farmaci, tagliando fuori milioni di persone, lasciando morire milioni di bambini per una cura non concessa. Causano carestie ed epidemie, utilizzano le politiche neocoloniali per il controllo delle risorse energetiche, passando poi allo sfruttamento illimitato e incontrollato delle risorse naturali. Sorridono nelle foto ufficiali e si stringono le mani, emettono comunicati stampa coloriti di buonismo, ma poi investono in ricerca sugli armamenti, spendono ingenti risorse per la produzione dlle armi che poi vendono ai paesi dove le popolazioni muoiono di fame. Danno e tolgono, con il sorriso e la stretta di mano.
“I diritti non ci hanno dato un mondo che tutti, nemmeno la maggioranza degli esseri umani, possono riconoscere come migliore. Anzi hanno giovato ad alcuni, i pochi, a danno degli altri, la moltitudine”. Sono negati i diritti umani elementari, e sono negati da coloro che li usano per i propri fini politici, creando dei fossati enormi dove la distinzione tra povertà e ricchezza è talmente profonda che quasi non ce ne accorgiamo più. Contemplano la cultura dei diritti, per appagare la coscienza materiale e andare, poi, in chiesa la domenica a farsi rimettere i peccati con una penitenza. Ma intanto i bambini morti non resuscitano, le centinaia di migranti in fondo al Canale di Sicilia sono sempre più numerosi.
“Michel Villey, il filosofo del diritto neo-aristotelico, critico “da destra” della moderna retorica dei diritti, ha osservato ironicamente che, per ottenere finanziamenti, nulla è più efficace che un progetto di ricerca o un simposio internazionale sui diritti umani e sulla ultima scoperta, anzi riscoperta: il diritto alla felicità. Per ricominciare, subito dopo, sempre di nuovo da capo. I diritti umani non hanno giovato a tutti nello stesso modo; anzi, hanno giovato ad alcuni, i pochi, a danno degli altri, la moltitudine”.

di Claudio Caldarelli

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