… Fratellanza
“Con la sua incarnazione, il Figlio di Dio ci indica che la salvezza passa attraverso l’amore, l’accoglienza, il rispetto per questa nostra povera umanità che tutti condividiamo in una grande varietà di etnie, di lingue, di culture, ma tutti fratelli in umanità! Allora le nostre differenze non sono un danno o un pericolo, sono una ricchezza. Come per un artista che vuole fare un mosaico: è meglio avere a disposizione tessere di molti colori, piuttosto che di pochi!”.
Così Papa Francesco si rivolge al mondo nel tradizionale messaggio di Natale. Ricorda le sofferenze del pianeta, dall’Africa al Medio Oriente. Ma in questi tempi di intolleranza e respingimento, ha ricordato la vergogna della xenofobia e del razzismo che si annida nell’animo degli uomini. Le azioni pubbliche che innestano germi di emarginazione razziale finiscono sempre per avere risvolti violenti e non accettabili da chi segue gli insegnamenti del Cristo fattosi uomo per salvarci da comportamenti disumani.
Su questi temi etici e morali dovranno confrontarsi le persone di buona volontà che scelgono le azioni solidali e rifiutano comportamenti di odio e violenza. La fratellanza o meglio ancora “sorellanza” fa di noi tutti fratelli, nati dalla Genesi di un unico Padre. Questa verità sta alla base della visione cristiana dell’umanità. Senza fraternità gli sforzi per un mondo migliore sono vani e qualsiasi azione è senz’anima. Per questo qualsiasi agire deve essere un agire di fratellanza e fraternità. Una fraternità tra diversi, ma fratelli, oltre ogni barriera religiosa, etnica, culturale e sessuale. I fratelli, nascono diversi, ma sono “gemelli” uguali e identici nell’amore che ricevono e che donano. Questo Natale sarà tutti i giorni se riscopriremo il legame di fraternità che ci unisce come esseri umani e fonde tutti i popoli in un unico grande popolo: il popolo dell’amore che nasce dalla fratellanza.
Sono fratelli i palestinesi e gli israeliani, che devono perseguire un cammino di pace nella fratellanza. Così la Siria ritrovi il senso di essere una unica grande comunità di fratelli ed esco da una guerra assurda che causa dolore e sofferenza. E lo Yemen, dilaniato da anni di bombe su civili, sappia trovare lo spirito fratello per porre fine al dolore che uccide donne e bambini innocenti. Che sia il Bambino Gesù, o un’altra divinità ad innestare i germogli della pace, non fa differenza, importante è capire che siamo fratelli in amore nella quotidianità e nell’agire. La fraternità in tutti i continenti, per avere un mondo umano che viva di amore e bandisca l’odio, per consentire una redistribuzione equa della ricchezza e del pane. Non sarà facile, ma questo è il messaggio per un nuovo inizio da compiersi tutti i giorni. Sono nostri fratelli i senza tetto, i poveri, i migranti che vivono sotto i ponti o nelle capanne di cartone. Sono nostri figli i bambini che muoiono di freddo e di fame. Sono nostri fratelli tutti coloro che necessitano di un sorriso, di un gesto d’amore. Si sono nostri fratelli anche coloro che ci offendono perché non sanno quello che fanno. Sono nostri fratelli e vanno abbracciati anche se sporchi e laceri, tutti coloro che non festeggeranno il nuovo anno, perché un anno vale l’altro nella sofferenza e nella povertà. Fraternità, fraternità nella sorellanza dei nostri comportamenti fondati sull’amore.
di Claudio Caldarelli