Medfilm, geopolitica del cinema mediterraneo

Dobbiamo chiamarlo geo-cinema. È quello che ogni anno, e da ormai ventitré anni, Ginella Vocca mette in mostra con il “Medfilm”, il festival sul cinema che percorre, intreccia e unisce le sponde del Mediterraneo. Geo-cinema, perché come, anzi più della geo-politica, sa mostrarci una mappa esistenziale, culturale, sociale quasi in scala 1 della vita, delle vicende, delle traiettorie che milioni e milioni di persone tracciano e prefigurano da un angolo all’altro di queste sponde. E lo fa con una rassegna di film narrativi, documentari e corti di alta qualità tanto nei contenuti che nei linguaggi, nelle forme più proprie dell’arte cinematografica. Una personalità, una tenacia e sagacia femminile quelle di Ginella Vocca che andrebbero riconosciute con un qualche alto premio delle istituzioni culturali e politiche italiane. Soprattutto in questo cruciale scorcio storico, nel quale ogni città italiana è già molti e diversi lembi di Mediterraneo che scorrono nella corrente dei palazzi, delle strade e dei quartieri urbani. In particolare la città di Roma. Il Medfilm, infatti, si svolge nei cinema Savoy e Lux, nei Quartieri Trieste, Salario e Nomentano di Roma. Sono queste zone tradizionalmente ad alta intensità di lavoratori e soprattutto lavoratrici migranti. Sarebbe così compito di un’amministrazione comunale avveduta, lungimirante investire risorse di ogni tipo e una collaborazione con le ambasciate interessate per promuovere un incontro tra l’importante stratificazione culturale sedimentata negli anni da Medfilm e l’immigrazione cittadina.

Invece no. L’amministrazione capitolina ha incredibilmente bocciato il progetto di partecipazione del festival al bando comunale di quest’anno, mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza stessa dell’iniziativa ed esponendo comunque a gravi difficoltà e restrizioni questa sua ventitreesima edizione. Proprio quest’anno che l’atteso appuntamento romano mette al centro della rassegna il cinema realizzato dalle donne del Mediterraneo, facendo compiere al Medfilm un ulteriore passo in avanti nella qualità narrativa e cinematografica proposta. Hanno mantenuto, invece, la loro parte di contributi la Regione Lazio e l’Europarlamento e questo ha consentito a di far salpare ugualmente – nonostante il mare e il vento contrario – il suo battello con il prezioso carico di opere che difficilmente potremmo altrimenti vedere in Italia. Leggiadra come sempre la fondatrice, presidente, direttrice artistica e indomita navigatrice Ginella è salita la sera del 10 novembre sul palco dell’affollatissima Sala 2 del Cinema Savoy e ha ufficialmente varato anche questa trans-navigazione del Medfilm. Le opere selezionate sono di raro splendore e coinvolgimento emotivo, estetico, civile. Contemporaneamente è allestita al Museo Macro di Via Nizza una mostra di quindici artisti tunisini sul tema della primavera politica e della democrazia nel loro paese. Nel Mercato Rionale di Piazza Alessandria sono invece esposte scatti del fotografo e freelance Mimmo Frassinetti, realizzati in un suo reportage in un villaggio nel nord Uganda.

Salpato il 10 novembre, Medfilm naviga e imbarca spettatori secondo la rotta, il programma e gli orari prestabiliti fino al 18 novembre a Roma, nelle sale 2 e 4 del Cinema Savoy, in Via Bergamo, 17/27, e alla Multisala Lux, in Via Massaciuccoli, 31.

di Riccardo Tavani

Print Friendly, PDF & Email