Cacciatori di velocità

“Camminare per me significa entrare nella Natura.

Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai.

La Natura per me non è un campo da ginnastica.

Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi.

Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori.

Le alte montagne sono per me un sentimento.”

Reinhold Meissner

Sulla piazza principale, l’unica, di Fonte Cerreto si susseguono un negozio di articoli sportivi, un bar, l’ingresso alla cabinovia e poco altro. Il bar è la nostra tappa fissa prima di dirigerci alla cabinovia, come lo è il negozio di articoli sportivi sulla via del rientro. Si approfitta del bar per un buon caffè e per il completamento della vestizione essenziale al godimento di una giornata in alta quota. Dal negozio di articoli sportivi, spesso a buon prezzo, riusciamo a portare a casa l’ennesimo trofeo per completare o raffinare il nostro personale parco delle meraviglie: l’attrezzatura.

Vi chiederete cosa lega un bar e un negozio di articoli sportivi a eccezione della parete che separa i due locali, un tempo forse unico ambiente.

L’attesa.

Vedo molti amanti della Montagna, o dicesi tali, parcheggiare a Fonte Cerreto con l’impazienza di salire in vetta come se stessero partecipando ad una gara. Come se su quella piazza non esistesse altro che il parcheggio stesso e l’accesso alla cabinovia. Niente bar. Niente negozio. Solo la cabinovia. Non curanti che una vetta è tale anche perché sorretta al suo opposto piramidale dalla sua base.

La vetta e la base sono i simboli della stessa identica energia manifesta e terrena. E qui, alla base, ci sono un bar e un negozio di articoli sportivi. E ci sono i rispettivi proprietari che mantengono in vita Fonte Cerreto come cuori pulsanti. Nei loro occhi ci sono mille vette, mille fatiche, mille crepacci. Perché Fonte Cerreto non è Courmayer. A Courmayeur la terra non ha mai tremato.

Fermarsi al bar nell’attesa di fagocitare la vetta per una discesa da brivido in sella a guizzanti e roventi pelli di foca, spendere dieci minuti e qualche argento al negozio prima di intraprendere nuovamente la via verso casa, ci rendono dunque meno occidentali, meno carnefici e al contempo vittime del consumismo efferato del tempo stesso.

Io voglio sedere e respirare il fremolio del campo base come odorare l’appagatezza e la meraviglia senza confini della vetta.

Io voglio essere più che un cacciatore di velocità.

di Ricardo Battista

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