Con le mafie non si convive

Con le mafie non si convive, è il titolo che campeggia sulla splendida copertina di Left disegnata da Fabio Magnasciutti, censurata sul web, riferita a tutti coloro che non si vogliono abituare a convivere con la mafia. Il titolo nasce da una riflessione che prende spunto da una frase dell’ex ministro Lunardi pronunciata nel 2001 “con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole”. Indubbiamente questo modo di pensare è ancora molto radicato nel nostro paese. Un modo di pensare che coinvolge personaggi della finanza, della economia e della politica. Sempre più spesso, gli affari si fanno dentro questa logica di collusione e di indifferenza alle infiltrazioni mafiose.

La spartizione degli appalti pubblici, decine di miliardi di euro, vengono effettuati senza nessuna etica o morale, anzi, spesso, convivendo con i sistemi mafiosi costruiti ad hoc. Simona Maggiorelli, direttrice responsabile di Left, scrive nel sul editoriale: “la mafia più diffusa oggi non mette bombe, ma strangola silenziosamente la vita civile del Paese. Camorra, mafia e n’drangheta, le cui cosche proliferano anche fuori dalla Calabria sul modello delle attività in franchising.” Un modello che gode dell’appoggio collusivo di imprenditori e politici senza scrupoli, che anche non appartenendo direttamente alle cosche, ne traggono i benefici in quanto convivono con un sistema mafioso che condividono invece di combattere.

Il potere delle mafie nasce da queste forme di condivisione, in cui tutto avviene nel silenzio e nella indifferenza di un agire collettivo di gruppi di potere sempre più estesi. Con le mafie non si convive deve divenire il nostro modo di agire quotidiano, fatto di gesti consapevoli e di partecipazione alle scelte che sappiano emarginare, sul nascere, fenomeni di inquinamento mafioso anche sulle cose più piccole. La coscienza della legalità, l’agire, l’esserci ogni volta per esprimere solidarietà a tutte le forme di violenza e intimidazione che la criminalità mette in atto. Non convivere con la mafia è un atto rivoluzionario che può cambiare lo stato delle cose in favore di una società basata sulla legalità. Con le mafie non si convive.

di Claudio Caldarelli

Print Friendly, PDF & Email