Inasprimento delle sanzioni contro il Venezuela

Il presidente Donald Trump non è tipo da accordi e mediazioni. Per questo è intervenuto nel fragile dialogo in corso tra governo e opposizione venezuelana, gettando sul tavolo delle trattative il blocco di tutti i beni del governo bolivariano.
La decisione esecutiva – che prevede l’ampliamento delle sanzioni già in atto nei confronti del Venezuela e l’embargo economico totale – segna la ripresa delle tensioni e rappresenta la misura più dura mai adottata dagli Stati Uniti contro il Paese latinoamericano.
Il provvedimento, che mira al fallimento di ogni composizione pacifica della crisi e alla resa del presidente Maduro, riserva al Venezuela lo stesso trattamento già applicato a Corea del Nord, Iran, Siria e Cuba.
Mentre le precedenti sanzioni si concentravano, essenzialmente, sull’industria petrolifera – la principale fonte di valuta estera del Paese – l’embargo congela tutte le attività del governo del Venezuela e vieta le transazioni economiche con Caracas.
La misura ha trovato l’immediato appoggio dell’autonominato presidente Juan Guaidó.
Eppure, giusto un anno fa, l’ufficio dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha pubblicato un rapporto sulla situazione in Venezuela che individua proprio nella guerra economica contro il governo di Nicolás Maduro, scatenata dagli Stati Uniti, dal Canada e dall’Unione Europea, la causa principale dei problemi del Paese e dei sacrifici patiti dalla popolazione.
Nel rapporto, sanzioni e blocchi economici sono denunciati come politiche lesive del diritto internazionale e paragonati “agli assedi medievali delle città, effettuati con l’intenzione di costringerle ad arrendersi”.
Il documento, redatto dall’esperto indipendente inviato dall’ONU Alfred-Maurice de Zayas nell’ambito della “promozione di un ordine internazionale democratico ed equo”, rileva come gli effetti delle sanzioni economiche “hanno notevolmente aggravato la mancanza di cibo e medicine, causato gravi ritardi nella distribuzione e innescato il fenomeno dell’emigrazione”.
“Le sanzioni economiche uccidono”, afferma il rapporto rilevando che “ riguardano le popolazioni innocenti e contravvengono allo spirito e alla lettera della Carta delle Nazioni Unite”. E per questo sono classificabili come crimini contro l’umanità.
Con l’ulteriore inasprimento delle sanzioni, e il minacciato blocco navale, le condizioni di vita del popolo venezuelano non potranno che peggiorare. Evidentemente, per Juan Guaidó e i suoi potenti sostenitori, la conquista del potere non ammette scrupoli umanitari.

di Enrico Ceci

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