Il vino è la poesia della terra

Quattromila cinquecento anni fa, durante l’epopea di Gilgamesh, in Persia, odierno Iraq, il potente sovrano, che aveva perso il suo più caro amico, cercava per l’impero il segreto della vita. Incontrò Siduri, la bellissima donna del vino, ostessa sacra, che viveva in un vigneto vicino al mare. Gilgamesh le chiese il segreto della vita per far risorgere il suo amico. Siduri, donna saggia, offrì al sovrano un bicchiere di vino, consigliando di lasciare quella ricerca disperata e preferire le gioie della vita e dell’amore. Già quattromila anni fa il vino è stato citato come gioia terrena da preferire allo sforzo di scappare dalle paure insite nel nostro destino.

Ogni vino racconta una storia, riflettevo  su questa, al Vinoforum 2020, mentre degustavo il “Mater Divini Amoris” millesimato extra dry cantina Capizucchi, gentilmente versatomi da Dario Diana un giovane vignaiolo appassionato dei suoi prodotti vincoli. Mi racconta una storia, la sua storia, da cui inizia un percorso d’amore e di poesia per questi vini che ci parlano naturalmente dell’Agro Romano a sud della capitale.  Un territorio vocato alla vigna, di origine vulcanica, ricco di minerali e micro elementi. Dario è garbato nella gestualità di maneggiare le sue “bottiglie” le carezza con rispetto, senza forzature. Stappa, aspetta, alza e inclina la bottiglia, poi ti guarda, aspetta un tuo cenno, poi delicatamente, lentamente, versa. Una dose generosa del nettare, frutto delle sue fatiche.

Frutto della sua passione. “Quanto lontano, azzurro, il cielo/ dalla povera terra! Ma loro due/ sono il bel giorno/…Sii tu il nascente eterno/ che raccoglie il sole violaceo/ ogni istante/ nei tramonti e nelle aurore/ della mia vita tra i filari…” Juan Ramón Jiménez, Premio Nobel per la letteratura nel 1956, non ha conosciuto Dario e i suoi “Mater Divini Amoris” ma sicuramente suoi versi ben si sposano con questa terra a sud di Roma e maggiormente con i vini delle vigne Capizucchi.

di Claudio Caldarelli

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