Il “tragico errore” del drone americano a Kabul. Le vittime collaterali pagano il prezzo più alto della guerra

Il 29 agosto 2021, a Kabul, un drone dell’esercito americano colpisce una Toyota Corolla bianca. Muoiono dieci civili, di cui 7 bambini. Doveva essere un’azione militare per eliminare alcuni esponenti dell’Isis-K, doveva essere un attacco di precisione eseguito in maniera chirurgica; invece hanno hanno ucciso persone innocenti.

Il New York Times, dopo aver esaminato i video dell’esplosione, aveva espresso forti dubbi su quello che il Pentagono aveva definito “un attacco giusto”.

Dopo aver negato per due settimane, Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha ammesso di aver fatto saltare in aria il veicolo sbagliato. “È stato un tragico errore e porgo le mie più sentite scuse” ha riferito, in conferenza stampa, il generale McKenzie, Capo del Comando Centrale USA.

Stando a quanto riportato dal New York Times, l’autista della Toyota Corolla bianca era l’ingegnere Zemari Ahmadi, operatore di una Ong americana; i bambini uccisi erano i suoi figli e i suoi nipoti. Le taniche che aveva caricato non contenevano esplosivo, come sospettava l’intelligence americana, ma acqua.  I militari americani hanno visto le taniche, ma non hanno visto i bambini.

Zemari e i componenti della sua famiglia sono soltanto gli ultimi delle centinaia di migliaia civili uccisi in Afghanistan e nel mondo. Vengono definite “vittime collaterali”, le loro vite spezzate sono il risultato di azioni militari previste o impreviste, il tragico risultato di precise strategie di guerra fondate sul ricatto e sulla pressione o di marchiani errori.  

In quasi tutti i conflitti, da secoli, le morti civili superano quelle militari.                                                                                                                                                                                                                                           Secondo il Watson Institute, della Brown University, dal 2001 al 2021, le vittime civili in Afghanistan per violenze o interventi militari sono state 47245.  Daniel Hale, ex analista dell’intelligence USA, lo scorso 26 luglio, è stato condannato a 4 anni di reclusione per aver rivelato informazioni segrete sulla guerra dei droni e sulle vittime innocenti.  Hale non riusciva più a convivere con la sua coscienza; davanti al Tribunale americano ha giustificato la sua condotta con il dovere morale di rivelare i danni collaterali dei droni.

Diceva Gino Strada, nel suo discorso alla cerimonia di consegna del “Right Livelihood Award 2015, a Stoccolma, il 30 novembre 2015: << …Alcuni anni fa, a Kabul, ho esaminato le cartelle cliniche di circa 1200 pazienti per scoprire che meno del 10% erano presumibilmente militari. Il 90% delle vittime erano civili, un terzo dei quali bambini. E’ quindi questo il nemico? Chi paga il prezzo della guerra? …Lavorando in regioni devastate dalle guerre da ormai più di 25 anni ho potuto toccare con mano questa crudele e triste realtà e ho percepito l’entità di questa tragedia sociale, di questa carneficina di civili che si consuma nella maggior parte dei casi in aree in cui le strutture sanitarie sono praticamente inesistenti…>>.

E ancora una volta le parole di Gino Strada si accompagnano alle notizie che arrivano da Kabul. Ancora oggi, pensando a Zemari Ahmadi e alla sua famiglia, sosteniamo con forza il pensiero di Gino quando dichiarava: << La tragedia delle vittime è la sola verità della guerra>>.

di Nicoletta Iommi

 

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