La follia di Trump che prepara i B-52
Per gli avvezzi al rock ‘n’ roll, sono un gruppo musicale americano nato negli anni ’70 che oltre a divertire e divertirsi ha fatto musica coi controfiocchi; per gli avvezzi alle sbronze invece la sigla riporta alla mente il celebre cocktail, anch’esso made in USA, a base di crema di whisky. Per Trump però – nonostante se non al rock, una propensione alle sbronze pare averla – i B-52 sono soprattutto gli aerei da combattimento per il trasporto di ordigni nucleari che ha minacciato di sguinzagliare contro la Corea del Nord, salvo poi ricordarsi che mancano i piloti e che pertanto ne dovrà richiamare in servizio un migliaio. Perchè contro Kim Jong-un bisogna essere “preparati a tutto”.
I velivoli sarebbero dispiegati in alcune basi e resterebbero in allerta continua, pronti – nel caso – ad agire in 24 ore. L’annuncio è a suo modo storico poichè era dai tempi della Guerra Fredda che non si prendeva la decisione di allertare uno dei simboli della potenza militare statunitense. Per coloro che ricordano gli anni delle tensioni USA-URSS il solo nome B-52 incute timore. L’immaginario collettivo lo ricollega automaticamente al rischio di un imminente scontro nucleare ed è chiaro che il solo effetto annuncio (dai piani alti dell’Aeronautica USA è arrivato poi un debole tentativo di smentita sostenendo che si tratti di una fake news) ha il potere simbolico di risvegliare decenni di paure che sembravano sopite.
Le gigantesche macchine volanti erano infatti state concepite con lo scopo di trasportare testate atomiche, con le loro stive lunghe più di otto metri e la fusoliera dalla forma massiccia che gli fece guadagnare l’appellativo di “Buff” (Big Ugly Fat Fellow) datogli dagli equipaggi. Il primo modello fu lanciato a metà degli Anni ’50 e da allora divenne un simbolo buono da agitare anche sul filo della propaganda. Quando si dice essere tornati a un clima da “Cold War” significa anche questo.
di Valerio Di Marco