ELEZIONI D’AUTUNNO E LEZIONI DI STORIA

Quest’anno le elezioni si terranno il 25 settembre. Stagione anomala, mai verificatasi nella storia repubblicana. Le precedenti 18 elezioni legislative si sono tenute tutte tra febbraio e giugno, con una netta prevalenza dei mesi primaverili. Un caso? direi di no, visto che si è verificato il 100% delle volte. Eppure di elezioni anticipate ce ne sono state, e tante.

Ma perché non d’autunno?

Credo non sia difficile rispondere.

A parte il fatto che finora si è sempre evitato di far campagna elettorale quando tanti italiani sono distratti dalle ferie, finora nessuno era stato tanto incosciente da far cadere le elezioni in autunno, in coincidenza con l’appuntamento più importante per qualsivoglia governo, cioè la legge finanziaria, che non può certo essere improvvisata in fretta e furia ed ha scadenze precise.

Oltretutto, tra le elezioni e l’operatività di un nuovo governo non vi è un tempo certo. Nell’ultima legislatura, per esempio, le elezioni si sono tenute il 4 marzo, mentre il governo ha ottenuto la fiducia il 6 giugno, 3 mesi dopo, ed è diventato pienamente operativo il 13, con il giuramento dei sottosegretari. Una tempistica che, anche se fosse dimezzata, nel nostro caso porterebbe all’esercizio provvisorio, che vorrebbe dire un danno economico molto grave, con spread alle stelle e perdita di parte del PNRR.

Tutto questo mentre è in corso la più grave crisi climatica della storia, aggravata dall’aumento delle emissioni di CO2 e polveri più o meno sottili dovute ai soliti devastanti incendi estivi globalmente diffusi, e dalla crisi energetica, alimentare ed economica. Per non parlare della guerra portata da Putin in Europa: e la guerra di per sé inquina e impoverisce, oltre ad uccidere e distruggere.

Sì, va bene, qualcuno dirà che esagero, che in fondo non ha molta importanza la data delle elezioni. Si sa, noi anziani tendiamo al pessimismo e alla paranoia.

Invece no. E per dimostrare quanto è vero vi racconterò una storia. Una storia piena di coincidenze.

Se tutto dovesse andare secondo i sondaggi, con la netta vittoria delle destre, sarebbe possibile riuscire ad avere ungoverno celermente, diciamo alla fine di ottobre. Probabilmente qualche giorno prima o qualche giorno dopo il 31 di quel mese. Questo, si direbbe, è nelle intenzioni della coalizione di destra.

Ma perché parlo del 31 ottobre? Perché proprio il 31 ottobre 1922 si insediò il primo governo Mussolini: giusto un secolo fa.

Ma certo, questa è solo una coincidenza, diranno molti. Oggi la situazione è diversa, perché – se mai – si insedierebbe al potere una coalizione di centro destra, variegata e differenziata in diverse sensibilità.

E già. Se non che anche quel governo di 100 anni fa rappresentava una coalizione molto variegata. Solo tre ministri erano del partito fascista, gli altri erano popolari (2), liberali (2), democratico sociali (2), nazionalisti (1) e indipendenti (3). Nessuno immaginava in quel momento la svolta dittatoriale e tragica che sarebbe seguita, passo dopo passo, subdolamente, silenziosamente. Nessuno, tranne i fascisti: loro lo sapevano bene.  

Tanto per dire che un governo di coalizione non è per niente affatto una garanzia. Ed è un’altra bella coincidenza.

Gli elettori di destra, che sono cittadini italiani come me, diranno tutti (o quasi): ma dove sarebbe, oggi, il fascismo? può essere che chi non la pensa come te sia subito tacciato di fascismo? Il fascismo non esiste.

Sarà vero, ma questo mi ricorda il paradosso della mafia: tutti sanno che la mafia c’è, ma mafiosi e collusi hanno sempre affermato che la mafia non esiste. Quindi, per riconoscere un mafioso o un colluso, basta chiedere: secondo te, la mafia esiste?

Ammetto che non tutto ciò che è di destra è fascista, non sono così ingenuo, ma nei partiti della destra italiana se ne riconoscono tracce evidenti.

Per esempio, il fascismo è rappresentato nel simbolo stesso di Fratelli d’Italia dalla fiamma tricolore, che indica una continuità con il MSI, fondato da un nutrito gruppo di reduci della repubblica di Salò ed ex membri del partito fascista “in opposizione al sistema democratico per mantenere viva l’idea del fascismo”. Fiamma che è “spesso identificata in quella che arde sulla tomba di Mussolini”. Non credo che i fondatori di Fratelli d’Italia l’abbiano messa lì per caso: no, questa non è una coincidenza, se mai è una prova, un fil rouge mai reciso che li collega al fascismo.

A proposito, i virgolettati sono stati tratti da https://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_Sociale_Italiano, dove potete trovare le fonti relative.

Ma robuste tracce di ideologia fascista si riscontrano in diversi atteggiamenti politici, come quelli sui migranti, sullafamiglia (associata a Dio e Patria), sui diritti delle donne edella comunità LGBT. Basta sentire in proposito il discorso “spagnolo” della Meloni.

E sono confermate dalle alleanze e dalle simpatie internazionali.

Su queste scelte politiche vi è piena identità di vedute da parte degli altri partiti della coalizione.

C’è poi una certa vena di razzismo. Ovviamente loro negano che le politiche anti migratorie siano venate di razzismo, ma sarà un caso che tuonano contro i migranti di provenienza africana e tacciono su quelli di provenienza ucraina? O abbiamo dimenticato gli attacchi leghisti al ministro Kyenge, culminati con le offese, peraltro idiote, del solito Calderoli? Ricordo che quest’ultimo si è preso una condanna a un anno e sei mesi per istigazione all’odio razziale che, forse, va al di là del fascismo, ma ne è sempre stato un carattere distintivo.

Sebbene Forza Italia abbia un atteggiamento apparentemente più moderato, tuttavia è un partito del tutto autocratico, basato sull’ipse dixit berlusconiano, che non viene mai (o quasi) contraddetto. Si potrebbe dire che in quel partito Berlusconi ha sempre ragione: vi ricorda niente?

D’altronde, che il fascismo non sia finito con la guerra ed abbia mille volti, ce lo ricordano le vittime dei troppi attentati della destra eversiva, che hanno percorso l’Italia dagli anni 50 agli anni 80. O sono coincidenze anche queste?

Anche la Meloni è perfettamente consapevole di questi argomenti, dal momento che ha ritenuto necessario confutarli con le note dichiarazioni poliglotte. Nota bene: sempre da sola, senza nessuno che ponesse domande, senza possibilità di contraddittorio.

Ma in realtà non li confuta. Risponde obliquamente, con frasi a effetto come: il fascismo è stato consegnato alla storia. Peccato che questa frase non voglia dire niente, e sia perfettamente compatibile con un programma neofascista.

Oppure critica le leggi fasciste “contro gli ebrei”: avete notato che non le chiama “leggi razziali”? Infatti queste si inquadravano nel più ampio disegno di “difesa della razza”:che è ancora, mutatis mutandis, nel disegno politico di FdI e dei suoi sodali. Non più contro gli ebrei, ma contro certi tipi di migranti; non più con le leggi razziali, ma con i decreti sicurezza. Ma, a proposito, sicurezza di chi, visto che chi rischia la vita sono solo gli stessi migranti? Di quale sicurezza vanno cianciando, se non di uno spauracchio inconsistente, ma utile a raggranellare voti suscitando un’ingiustificata paura?

Peccato che non abbia mai preso le distanze nei confronti dei tanti fascisti, pubblicamente orgogliosi di esserlo, che militano nelle file del suo partito o nei suoi dintorni, come Casapound o Forza Nuova. Ci sono, e ciascuno di noi ne conosce qualcuno.

Secondo me, l’apparente presa di distanza dal fascismo ha tutta l’aria di un’excusatio non petita, per di più condita di una certa dose di ipocrisia. In fondo, non sarebbe la prima volta che un politico mente in campagna elettorale. O anche al di fuori, se è per questo.

Ecco perché la suggestiva coincidenza di date, quasi a voler festeggiare la ricorrenza del primo centenario dell’insediamento del governo fascista (nota bene: di coalizione, nominato dal capo dello Stato e approvato dal Parlamento), per quanto consegnato alla storia, mi allarma e mi preoccupa. Pur non volendo far mio il motto andreottiano “a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina”, personalmente non credo molto al caso.

Al massimo, posso dire di credere alla sincronicità che, in questo caso, non è per nulla tranquillizzante.

di Cesare Pirozzi                                                  

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