Salvatore Carnevale e il coraggio di un sindacalista

Giusy

“Così questa donna si è fatta in un giorno: le lacrime non sono più lacrime ma parole, e le parole sono pietre”.

La penna di Carlo Levi non si è fermata ad Eboli, e negli anni ’50 ha raccontato con forza e verità la storia di una Sicilia ferma a cento anni prima, dimenticata da uno Stato che le leggi le faceva, ma che in Sicilia erano ignorate da chi avrebbe dovuto applicarle. La Sicilia che racconta Levi è la terra dove vive, combatte e muore  Salvatore Carnevale, sindacalista che si batte perché quelle leggi valgano qualcosa. Siamo nel 1955: in Sicilia braccianti e operai devono spaccarsi la schiena ogni giorno per poter tirare avanti. Salvatore Carnevale, trentenne socialista, era molto attivo all’interno del movimento sindacale e contadino della sua zona: nel 1951 fonda la sezione del PSI a Sciara ed organizza la Camera del Lavoro, riuscendo a rivendicare per i contadini la ripartizione dei prodotti agricoli. Un trasferimento in Toscana gli permette inoltre di conoscere a fondo la cultura dei diritti dei lavoratori, che cerca di diffondere nella mentalità siciliana una volta ritornato nella sua terra: il recupero di paghe arretrate e il rispetto della giornata lavorativa di otto ore sono altri dei risultati delle sue battaglie. Il suo impegno, in una terra chiusa e dagli atteggiamenti radicati e incancreniti negli anni, è inevitabilmente fastidioso. Salvatore viene ucciso a soli 31 anni il 16 maggio del 1955, mentre si recava a lavorare in una cava di pietra. I tre accusati dell’omicidio, condannati all’ergastolo in 1° grado, vengono addirittura assolti in appello.

La memoria di Salvatore è ancora onorata dal movimento sindacalista, che riconosce le proprie battaglie come il vero primo movimento antimafia. In occasione dell’anniversario della morte di Salvatore Carnevale, verrà piantato nel Giardino della Memoria di Giaciulli un albero in ricordo del sindacalista ucciso, alla presenza dei familiari e del segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso. Il Giardino della Memoria è luogo di ricordo di tutti coloro che hanno perso la vita contro la mafia: i sindacalisti uccisi sono fra questi. Come ricorda il segretario generale Cgil Palermo, Enzo Campo, l’intento dell’iniziativa è quella di mantenere vivo il ricordo del movimento sindacale che fu capace di dare supporto al movimento operaio e sindacale che in quegli anni lottava contro la mafia. Salvatore Carnevale è uno di quegli esempi di coraggiosi cittadini che combattevano per il rispetto di leggi e contratti: il loro esempio dovrebbe essere alla base dei principi dei movimenti sindacali ancora e soprattutto oggi, in tempi in cui temi come salario, contratti e sicurezza sul lavoro sono argomenti più che mai attuali.

di Giusy Patera

Print Friendly, PDF & Email