Il Leicester, la Juventus e la teoria del complotto
La formula potremmo crearla quasi al momento. La bellezza, l’incredibilità o la tragicità di un evento è direttamente proporzionale alla possibilità che dietro di esso ci sia un complotto.
L’esempio più lampante è lo sbarco sulla luna. “Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità” secondo Armstrong. Per molti fu anche un enorme messa in scena. Tutto un complotto americano a danno dei sovietici, un falso televisivo con tanto di prove provate: l’ombra, il vento sulla bandiera e tanti altri piccoli indizi.
Non scappa a questa legge nemmeno l’11 settembre: per alcuni un progetto malvagio degli ebrei, per altri dei servizi segreti deviati, per altri ancora dello stesso Bush, che trovò così la ragione per attaccare l’Afghanistan e l’Iraq.
La moda del complotto è una moda facile, a cui si fa ricorso per comodità più che per realismo. Umberto Eco, in una delle sue Bustine di Minerva, spiegava che la “psicologia del complotto nasce dal fatto che le spiegazioni più evidenti di molti fatti preoccupanti non ci soddisfano, e spesso non ci soddisfano perché ci fa male accettarle”.
Guardiamo lo sport, per esempio. In Italia la Juve vince lo scudetto da cinque anni. La motivazione, più semplice e chiara, di questo strapotere è semplice: la squadra di Torino è la più forte, sia per giocatori in campo che per organizzazione societaria, le altre invece sono poca roba.
Ma è una spiegazione che non ci può soddisfare. Per ognuno la propria squadra del cuore è la più forte, meriterebbe trofei su trofei, i propri giocatori sono i migliori in assoluto. Allora ecco la comodità: il complotto. La Juve vince perché ruba, il sistema premia le squadre del nord, gli arbitri non fischiano contro di lei. Se poi a tutto questo si aggiunge un pizzico di verità (Moggi e il caso calciopoli), ecco che dal complotto non se ne esce più.
Non era abituato a vincere ma in questa rete di cospirazioni e trame ci è finito anche Claudio Ranieri. Il suo Leicester ha firmato una delle più grandi imprese calcistiche della storia: un po’ come se da noi il Frosinone vincesse la Serie A.
Una storia troppo bella, troppo fantastica, per essere reale. Ecco allora la spiegazione: era tutto un progetto delle grandi case cinematografiche di Hollywood. Aggiungi ora un tocco di verità (sulla squadra campione d’Inghilterra gireranno davvero un film) che il piatto del complotto è servito.
di Lamberto Rinaldi