Fronte disumanitario

Emergenza, emergenza. Siamo in una situazione di emergenza. Drammatica. Talmente drammatica che l’unica soluzione è non far sbarcare i richiedenti asilo nei porti italiani. La legge del mare è stata cancellata. Ma d’altronde nessuno la ricordava più. Pochi la conoscevano. La legge del mare è un codice etico e morale che impegna i marinai, in ogni parte del mondo, di aiutare, recuperare, dare assistenza a chiunque sia in difficoltà in mezzo al mare. Una legge non scritta, anzi scritta con il sangue è rimasta indelebile nei cuori della gente del mare di tutto il mondo. Ora, quella legge non scritta non c’è più. Il nostro ministro degli Interni, di fatto, proibendo gli sbarchi o l’ingresso nei porti, delle navi delle ONG, ha cancellato con un colpo di spugna, secoli di “solidarietà marinara”.

I migranti, quelli di serie B, cioè coloro che vengono dall’Africa, dal Medio Oriente, dal Sud America, non sono i benvenuti. Anzi tutti quelli che vengono presi sulle coste libiche, grazie ad un accordo con L’Italia fatto dall’allora ministro degli Interni Minniti, del PD, vengono rinchiusi nei “campi dì concentramento”, costruiti con i soldi italiani, e gli viene impedito di partire. Quelli che ci riescono, donne, bambini, neonati, ragazzi, uomini, vengono violentati e maltrattati dagli scafisti, poi imbarcati su barconi fatiscenti e lasciati in balia delle onde. Si in balia del mare, che li risucchia, li annega, li disperde. I pochi fortunati, che vengono salvati dalle navi delle ONG, non hanno un porto sicuro dove sbarcare. Tutti vietano l’attracco. Così rimangono in balia del mare, per giorni e giorni. Spesso con cadaveri sul ponte. Migranti morti di fame, sete, ferite, violenze. Chiusi dentro grandi sacchi, in attesa di sbarcare per essere seppelliti. Ma le navi non possono entrare in porto. Nessuno vuole le navi delle ONG con a bordo centinaia di richiedenti asilo. Non li vuole l’Italia, non li vuole Malta, non li vuole la Grecia, non li vuole la Francia, non li vuole la Spagna. Cioè non li vuole l’Europa. La stessa Europa che ha stanziato miliardi per la giusta è doverosa accoglienza dei profughi ucraini. La Polonia, apre ai profughi ucraini e chiude con filo spinato e muri ai profughi della Siria. Così, la democratica Europa ha stabilito che i profughi non sono tutti uguali. Ci sono profughi di seria A che hanno più diritti dei profughi di serie B, ai quali gli stessi diritti vengono negati.

Di fatto viene negata l’umanità di sentirsi fratelli con i più deboli, viene negato il diritto ai più fragili, viene cancellata la solidarietà tra popoli. In questo operazione di cancellare diritti umanitari, si è costituito un fronte ampio, talmente ampio da essere la maggioranza degli Stati europei. Una maggioranza che si dice e professa “democratica”, ma di fatto negando i diritti primari alla vita. Lasciando in balia del mare migliaia di donne e bambini.

Sui profughi, scrive l’Avvenire, il quotidiano dei vescovi italiani, c’è la disumanità diffusa. C’è uno spettacolo deprimente di discordia e di contrapposizione in un momento in cui l’Europa dei diritti e dei valori universali dovrebbe essere più che mai unita. Nessuno in Europa d’altronde ha la coscienza pulita, scrive l’Avvenire, se si pensa alle discusse imprese di Frontex ai confini esterni, o agli accordi con paesi di transito come la Libia, Turchia e Marocco. Viviamo un tempo fosco in cui le persone in fuga diventano “armi di una guerra ibrida”, ai confini con la Polonia, “carico residuale” sulle coste italiane, “animali” nel linguaggio di Donald Trump. Si cercano e ottengono voti respingendo le persone, oppure deportandole da un’altra parte. Gli esseri umani, nostri fratelli, bisognosi di protezione diventano strumento cinico e crudele di cattura del consenso politico. Consenso politico ottenuto con la disumanizzazione dei diritti umani.

Claudio Caldarelli – Eligio Scatolini

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